L'anno scorso la stagione influenzale è stata caratterizzata da un picco precoce e di lunga durata ma con un impatto clinico e sociale meno severo rispetto alle stagioni influenzali pre-pandemiche. Questo dato potrebbe essere correlato all’efficacia del vaccino antinfluenzale rilasciato del 2023 e alla predominanza dei ceppi circolanti di influenza A (H1N1) e B. I casi confermati in laboratorio sono stati 252.296 (58% Influenza A, 40% Influenza B e 2% untyped) con 376 decessi influenza-correlati e 256 casi di ricoveri in terapia intensiva. Nonostante l’elevata diffusione del virus influenzale nella popolazione, vista la ridotta severità clinica, si può considerare il suo impatto sulla società come basso-moderato. Dai dati ottenuti, la vaccinazione 2023 ha significativamente ridotto il rischio di ospedalizzazioni e di malattia clinicamente sintomatica, nonostante i livelli di copertura vaccinale siano stati inferiori rispetto al 2022.
E quest'anno? Secondo Pregliasco possiamo attenderci 14 milionie mezzo di casi di influenza e infezioni respiratorie causate da diversi virus: il virus respiratorio sinciziale (RSV), il rinovirus, il metapneumovirus e i virus parainfluenzali, insieme al contributo del Covid-19 e di alcuni batteri che provocano problemi polmonari. "Se tra i principali virus in circolazione, per l'influenza segnalo l'A/H1N1 e l'A/H3N2 - continua Pregliasco - per quanto riguarda il Covid19, la variante che si diffonderà nei prossimi mesi è la Xec che è immunoevasiva. Ci aspettiamo quindi in autunno una presenza importante del SARS-CoV-2".