Colpa medica, sempre meno processi penali

La legge Gelll-Bianco ha rreso più strette le maglie del giudizio mentre rimane più aperto il contenzioso civile

Un'aula di un tribunale (immagine d'archivio)

Un'aula di un tribunale (immagine d'archivio)

La legge Gelli-Bianco del 2017, definita dagli operatori del settore come una "rivoluzione copernicana" sulla responsabilità medica, ha avuto come effetto un crollo dei procedimenti penali a carico di professionisti, compresi quelli per reati come lesioni colpose e omicidio colposo. Procedimenti che, a Milano, sono praticamente scomparsi in cinque anni. Nel 2023 sono stati, infatti, solo sei, su un’area di competenza che non spicca solo per popolosità (nella Città metropolitana di Milano abitano oltre 3,2 milioni di persone) ma anche per la presenza di ospedali e cliniche che ogni anno attirano migliaia di “migranti sanitari“ da tutta Italia. Nel 2021 si erano registrati solo cinque procedimenti penali, sei nel 2022 . Una diminuzione confermata dal fatto che le sentenze - riferite a contenziosi degli anni precedenti - nel 2022 sono state 147 e nel 2023 sono state 129. A determinare il crollo due fattori: da un lato maggiori conoscenze della classe medica che hanno ridotto l’errore umano, dall’altro la legge Gelli-Bianco che ha cambiato le carte in tavola. Le nuove disposizioni prevedono, infatti, che la colpa medica sia caratterizzata da imperizia, possibile solo in casi eccezionali secondo quando definito dalle linee guida nazionali validate dalla comunità scientifica, rendendo più plausibili casi di negligenza o di superficialità dell’intervento. Una scelta che tutela il medico dal rischio di incorrere in contenziosi penali, con una esposizione invece in ambito civile.