ANNA GIORGI
Cronaca

Scolaresca rapita sul bus, oggi il verdetto in Cassazione

Crema, bus dirottato e dato alle fiamme con i bambini della media Vailati. Battaglia sui risarcimenti

Il bus dato alle fiamme e il dirottatore Ousseynou Sy (Ansa)

Si pronunceranno questa mattina gli Ermellini, in ultimo grado di giudizio, sulla condanna a 19 anni in secondo grado (24 in primo) di Ousseynou Sy, l’autista 48enne di origini senegalesi che nel marzo del 2019 sequestrò il bus con a bordo 50 studenti delle scuole medie "Vailati" di Crema, due insegnanti e una bidella, e rischiò di far morire bruciata la scolaresca sull’autobus che stava guidando per raggiungere l’aeroporto di Linate. I nodi su cui le parti chiedono la revisione sono diversi, a cominciare da chi si occuperà del risarcimento danni fisici, psicologici e morali delle piccole vittime. Perché per la difesa delle vittime non può essere escluso il Ministero dell’Istruzione che aveva in carico indirettamente gli alunni, il fatto è avvenuto mentre loro erano a scuola. Il 9 aprile la corte d’Appello, diversamente dal giudizio di primo grado, aveva revocato la responsabilità civile del Ministero della Pubblica Istruzione, erano stati confermati, invece, i risarcimenti alle parti civili. Era stato disposto il versamento di 25mila euro per ognuno degli studenti presenti sull’autobus e di 3mila euro per ciascuno dei genitori che avevano chiesto i danni.

Ousseynou Sy, autista di 47 anni, ieri era in aula: parlerà prima della sentenza
Ousseynou Sy, autista di 47 anni, ieri era in aula: parlerà prima della sentenza

Sy era anche stato condannato a versare una provvisionale di 35mila euro ad uno dei professori, 25mila euro al secondo professore e 25 mila euro alla bidella e 10 mila euro al Comune di Crema. Autoguidovie, la società di cui Sy era dipendente, condannata la risarcimento di una provvisionale di 150 mila euro. L’avvocato Antonino Ennio Andronico che difende le vittime chiede alla Cassazione l’annullamento della sentenza di secondo grado nella parte in cui esclude la responsabilità civile del Miur ora Ministero dell’Istruzione "in relazione a tutti i danni dei minori in relazione ai fatti per cui è processo". Il difensore di Sy chiede invece che l’attentato con finalità terroristiche assorba il reato minore di sequestro con finalità terroristiche e chiede che venga esclusa la stessa finalità di terrorismo. "Per ritenere integrata la finalità di terrorismo – si legge nel ricorso – non è sufficiente la direzione dell’atteggiamento psicologico dell’agente, ma è necessario che la condotta posta in essere del medesimo sia concretamente idonea a realizzare lo scopo: intimidire la popolazione, costringere i poteri pubblici a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto, destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali". Non solo. Il difensore contesta anche la perizia che lo ritiene lucido nell’esecuzione del piano perché - si legge ancora negli atti del ricorso - "con il conseguimento di una buona alleanza terapeutica creatasi nel tempo, il detenuto si è “aperto” e lo psichiatra ha potuto acquisire una serie di elementi indicatori di un grave disturbo psicopatologico, non emerso in un primo momento".