FEDERICA PACELLA
Cronaca

Strage estiva dei senzatetto, in Lombardia non si muore solo di freddo: tra giugno e luglio 13 vittime

Anche nel periodo più caldo dell’anno l’emergenza silenziosa prosegue. Nel 2024 i decessi sono già 39, di cui 4 in provincia di Milano: boom di casi nelle strade e in carcere

La salute delle persone senza dimora è uno degli aspetti più importanti su cui da anni i servizi del lavoro sociale provano a lavorare

La salute delle persone senza dimora è uno degli aspetti più importanti su cui da anni i servizi del lavoro sociale provano a lavorare

Non solo freddo: la strage invisibile, quella dei senza dimora, prosegue anche nei mesi estivi. Sebbene l’inverno rappresenti il periodo dell’anno più drammatico, in cui anche i riflettori dei media si accendono per riportare i casi di cronaca più eclatanti, la ‘strage invisibile’ si alimenta mese dopo mese durante tutto l’anno. A tenere il conto degli ‘invisibili’ che muoiono nelle strade (e non solo) delle città è l’osservatorio della Fio.psd, Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora Ente del Terzo Settore, associazione che persegue finalità di solidarietà sociale nell’ambito della grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora.

Da inizio 2024, in Lombardia sono morte 39 persone senza dimora (nel 2023 erano state 86). Di queste, 13 nei mesi estivi, da giugno ad agosto; 1 a Brescia, 1 a Bergamo, 4 nel Milanese, 1 nel Lodigiano, 2 nel Cremonese e nella provincia di Varese, 2 a Pavia. L’ultimo caso è stato quello di un uomo di 50 anni deceduto il 15 agosto a Milano, in strada. Sempre ad agosto, due morti si sono registrate a Varese (strada) e a Cremona (in carcere). Gli istituti penitenziari sono tra i luoghi in cui si registra una crescita di decessi di senza dimora (3 nell’estate in corso). Come spiega la Fio.Psd, infatti, nell’immaginario collettivo, per persone senza dimora si è soliti far riferimento esclusivamente alla vita in strada o alla mancanza di una casa.

Tuttavia il profondo disagio in cui vivono i senza dimora non va riferito solo alla mancanza di un’abitazione o all’assenza della realtà fisica e tangibile della ‘casa come tetto’ ma alla più profonda e più complessa mancanza di un ambiente di vita, di un luogo privilegiato di sviluppo delle relazioni affettive, di progetti, di interessi e di un luogo dove prendersi cura di sé. La salute delle persone senza dimora è uno degli aspetti più importanti su cui da anni i servizi del lavoro sociale provano a lavorare. Eppure l’accesso ai servizi di cura o l’avvio di percorsi di prevenzione sono ad oggi difficilissimi da realizzare. Anche l’accesso a forme di sostegno al reddito, come ad esempio l’Assegno di inclusione, risulta sempre più difficile.

Tra gli impedimenti, pensano in particolare l’assenza del requisito della residenza anagrafica di cui, in un caso su tre, le persone senza dimora non dispongono, lasciando nella difficoltà persone già in situazioni di grave marginalità.