FEDERICA PACELLA
Cronaca

La strage silenziosa dei senza fissa dimora: in Lombardia il 17% dei decessi

Il bilancio del 2022: 393 decessi in Italia, il 55% in più in un anno. Le associazioni solidali: "Non è colpa solo del freddo"

Un senzatetto dorme sotto i portici (Archivio)

Milano - Un morto a settimana in 39 comuni lombardi: è la strage silenziosa dei senza dimora, che nel 2022 ha visto 66 deceduti sulle strade lombarde. Il 2023 è iniziato già con 13 decessi in poco più di un mese, un dato che fa temere il netto incremento per l’anno in corso. I numeri sono raccolti dalla fio.PSD, associazione che persegue finalità di solidarietà sociale nell’ambito della grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora. Il report 2022, appena pubblicato, dà conto del bilancio più pesante degli ultimi tre anni, visto che, a livello nazionale, le persone senza dimora decedute sono state 393 (più di una persona al giorno), un incremento del 55% rispetto al 2021 e dell’83% rispetto al 2020.

La Lombardia è quella che ha registrato il maggior numero di morti (il 17%), di cui 33 nella provincia di Milano (21 nel solo Comune), 6 nel Bresciano e nel Comasco, 2 nella provincia di Bergamo ed in quella di Lecco. Tre i decessi per ipotermia, a riprova di quanto la fio.PSD sostiene da anni, ovvero che l’emergenza non è d’inverno, ma è tutto l’anno. Anzi, i ‘piani freddo’, con l’ampliamento dei posti letto nelle strutture di accoglienza notturna e il rafforzamento dell’attività delle unità di strada, hanno il merito quanto meno di contenere, almeno in parte, i decessi. Ma poi terminano e l’emergenza riprende.

Eventi esterni e traumatici, incidenti di trasporto, aggressioni, omicidi, ma anche suicidi, annegamenti, incendi, cadute e altri eventi accidentali sono le principali cause di morte. "Garantire a chi vive in strada e in condizione di vulnerabilità estrema l’accesso a una casa, alle cure e a percorsi di reinserimento sociale – afferma la presidente Cristina Avonto – è il primo passo per poter vivere una vita dignitosa e fornire a chi ne ha più bisogno una rete di protezione che può salvare la vita. Seppur indispensabili, i servizi tradizionali, come la distribuzione di pasti, vestiti e coperte non sono più sufficienti. Negli ultimi anni sono state stanziate ingenti risorse destinate al contrasto della grave marginalità adulta e questi stanziamenti dovrebbero creare le condizioni per innescare un cambiamento nella mentalità con cui viene affrontato il fenomeno".