STEFANIA TOTARO
Cronaca

Sequestri di pc e documentazione: nuovo ricorso di Davide Erba, imprenditore accusato di bancarotta fraudolenta

L’editore dello storico bisettimanale monzese Il Cittadino, che da un paio d’anni vive a Dubai, è indagato anche per indebita compensazione di crediti di imposta

Nuove accuse per Erba. Carte e pc sotto sequestro

Davide Erba

Monza, 6 novembre 2024 - Secondo ricorso al Tribunale del Riesame di Monza contro il secondo sequestro di tutta la documentazione contabile e dei pc delle società di Davide Erba, indagato in relazione al suo ruolo di editore dello storico bisettimanale Il Cittadino.

L'imprenditore 44enne di Biassono, che da un paio d'anni vive a Dubai, aveva già avuto dai pm Carlo Cinque e Marco Giovanni Santini un analogo decreto di perquisizione e sequestro per bancarotta fraudolenta, ma i difensori di Erba, gli avvocati Attilio Villa e Monica Gambirasio, sono riusciti ad ottenerne l'annullamento da parte del Tribunale del Riesame di Monza sostenendo, tra le diverse motivazioni, che non esiste alcuna istanza di fallimento del giornale su cui basare il reato contestato. Allora la Procura di Monza ha aggiunto l'ipotesi di reato di indebita compensazione di crediti di imposta a quello di bancarotta fraudolenta e ha disposto nuovamente il sequestro dell'intero materiale, riguardante anche la Midarex srl di componenti elettronici e la Midatronics srl di informatica, prima ancora che venisse restituito.

Ora l'ipotesi di reato, oltre a quella distrattiva del patrimonio sociale de Il Cittadino, è che l'imprenditore abbia posto in essere indebite compensazioni dei crediti di imposta per abbattere il debito tributario con lo Stato ed evitare il fallimento. Secondo gli inquirenti dagli accertamenti sulle società di Davide Erba emergerebbe "un possibile depauperamento del patrimonio dell'Editoriale Il Cittadino srl" attraverso "condotte distrattive dai conti correnti societari". Bonifici per 195mila euro giustificati come "prestiti infruttiferi" ma "verosimilmente a personale vantaggio" dell'imprenditore che verserebbe "in uno stato di sofferenza finanziaria caratterizzato, tra le altre cose, anche dall'accumulo di debiti verso l'Erario e gli istituti di previdenza sociale".