Brescia - Si fa sempre più pesante la fascia tricolore per i sindaci lombardi, tra i principali bersagli di episodi di intimidazione, che arrivano con forme “tradizionali”, come le classiche lettere minatorie, o via social. Secondo il report del Viminale, nel primo semestre 2022 sono stati 42 gli amministratori locali minacciati: in pratica, si è registrato un caso ogni 4 giorni. Il numero regala alla Lombardia l’infelice primato a livello nazionale, ponendo la regione prima di Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Il rapporto con la popolazione ridimensiona un po’ il fenomeno, perché l’incidenza su 100.000 abitanti è di 0,42 episodi, sotto la media nazionale di 0,50.
Preoccupa, però, l’aumento, visto che il trend negli anni è sempre stato in crescita. Guardando alla serie storica dei report del Dipartimento di Pubblica Sicurezza – Direzione centrale della Polizia criminale del ministero dell’Interno, gli atti intimidatori sono stati in costante aumento: si è passati infatti da 61 casi segnalati nel 2013 alla cifra record di 105 nel 2021, il numero assoluto più alto in Italia (con un’incidenza di 1,05 ogni 100mila abitanti a fronte di una media di 1,20). La Lombardia ha così sottratto il primato alla Sicilia, la regione che (ad eccezione del 2017 e 2018) aveva il maggior numero di amministratori oggetto di minaccia. Ovunque, i bersagli principali restano comunque i sindaci, che pagano la vicinanza al territorio e l’opinione secondo cui questa professione sia più una vocazione che un mestiere. Soprattutto nei comuni più piccoli, dove tutti si conoscono, sono facilmente rintracciabili e, quindi, è più facile che siano esposti a minacce. Non è un caso, quindi, se dei 42 casi lombardi dei primi sei mesi del 2022, 25 atti intimidatori sono stati rivolti a primi cittadini, 12 a consiglieri comunali, 4 a componenti di giunta comunale.
Social (soprattutto Facebook) e lettere son le forme principali con cui gli aggressori inviano minacce agli amministratori locali, ma, in generale, si registra anche una certa propensione a danneggiare i beni pubblici (un caso in Lombardia), con scritte e ingiurie rivolte al sindaco o al consigliere di turno. La maggior parte dei casi registrati nel 2022 sono stati di matrice ignota; di quelli di cui si è riuscito a ricostruire il contesto, la maggior parte sono atti legati a questioni private, mentre circa un quinto degli episodi ha origine in tensioni di natura politica e sociale. Minoritari, ma non per questo meno preoccupanti, gli atti intimidatori in cui la matrice legata è la criminalità organizzata: in Lombardia, nel 2021, ci sono stati 3 casi.