FEDERICA PACELLA
Cronaca

Aria inquinata ma la Lombardia avrà 10 anni in più per adeguarsi. “Un errore”

La denuncia degli ambientalisti, alla luce della nuova direttiva Ue che consente alla Pianura Padana un sostanzioso rinvio dei termini rispetto agli altri Paesi

Lo smog continua ad essere un problema in Lombardia

Lo smog continua ad essere un problema in Lombardia

Brescia, 16 ottobre 2024 – Limiti più severi per i principali inquinanti atmosferici, ma la Lombardia può ottenere un rinvio di dieci anni rispetto agli altri Stati europei. La denuncia arriva da Cittadini per l’Aria, alla luce della nuova Direttiva europea approvata a Bruxelles che, oltre ai limiti più severi, include una previsione, fortemente voluta dalle autorità italiane e in particolare dalle regioni più inquinate della Pianura Padana, ossia Lombardia, Emilia Romagna Piemonte e Veneto, che potrebbe consentire, a certe condizioni, di ottenere un rinvio molto esteso, fino appunto a dieci anni, del termine del 2030 entro il quale raggiungere i nuovi obiettivi validi per gli altri Paesi europei.

Anna Gerometta di "Cittadini per l’aria"
Anna Gerometta di "Cittadini per l’aria"

L’allarme

L’Italia è da troppi anni dalla parte sbagliata della storia sul tema della qualità dell’aria – commenta Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, la onlus ambientalista milanese –. Le misure sono poche, incoerenti e cronicamente tardive. L’attenzione data a questo tema, nonostante la gravità della situazione nel nostro Paese, è minima e rincorre non la necessità di tutelare la popolazione ma quella di evitare le infrazioni europee.

Prova ne sia il decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, secondo in un anno, ora in fase di conversione alla Camera dei deputati, che, tentando nuovamente di chiudere le numerose procedure di infrazione sulla qualità dell’aria pendenti nei confronti del nostro Paese, mette sul tavolo pochi fondi, che verranno messi a disposizione prevalentemente fra vari anni, e l’ennesimo tavolo sull’aria”.

“Chiediamo – conclude Gerometta – di ascoltare la scienza e dare finalmente una svolta alle politiche sulla qualità dell’aria, mettendoci subito a lavorare con l’obiettivo di rispettare i nuovi limiti, evitando proroghe che rappresenterebbero una sconfitta per il Paese e i suoi cittadini; continuare a mettere in atto le azioni viste fino ad oggi non porterà alcun beneficio al nostro Paese, privandolo al contrario del beneficio alla salute della popolazione, all’economia, all’ambiente”.

La direttiva europea

La nuova direttiva introduce limiti più severi per i principali inquinanti atmosferici, avvicinando gli standard europei alle linee guida tracciate dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’esposizione agli inquinanti atmosferici è un problema per la salute, causa di morti premature.

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, considerando l’applicazione dei limiti più restrittivi, in cinque anni in Lombardia sono circa 80mila le morti premature per esposizione soltanto alle polveri ultra sottili Pm2,5, particolarmente insidiose: circa 27mila morti nella provincia di Milano, circa 11mila nel Bresciano, 8.700 nella Bergamasca, 4.000 a Como, 2.270 a Lecco, 781 a Sondrio.

In termini di anni di vita persa, invece, ovvero gli anni persi rispetto alle aspettative di vita media, ammontano a 757mila anni nel quinquennio, di cui 255mila anni solamente nel Milanese, 104mila nel Bresciano.