Milano, 19 agosto 2024 – Nelle carceri lombarde ci sono 8.349 uomini e 464 donne. Troppi, in base alla reale capienza. Il sovraffollamento nei penitenziari della nostra regione avrebbe raggiunto il 143%, motivo per cui l'associazione Luca Coscioni ha inviato 102 diffide alle direzioni generali delle Asl delle città dove si trovano i 189 istituti penali italiani.
La situazione regione per regione
Anche perché se la situazione in Lombardia è drammatica, non va meglio altrove. Questa la situazione del sovraffollamento: Puglia - 144% (4.037 uomini e 220 donne); Lombardia - 143% (8.349 uomini e 464 donne); Friuli-Venezia Giulia - 140% (651 uomini e 27 donne), Veneto - 135% (2.513 uomini e 131 donne); Lazio - 129% (6.409 uomini e 433 donne), Molise - 129% (355 uomini); Basilicata - 125% (460 uomini), Emilia-Romagna - 124% (3.541 uomini e 172 donne); Campania - 120% (7.200 uomini e 331 donne); Liguria - 120% (1.268 uomini e 66 donne); Umbria - 119% (1.531 uomini e 69 donne); Calabria - 110% (2.918 uomini e 67 donne); Marche - 110% (905 uomini e 21 donne); Piemonte - 109% (4.186 uomini e 160 donne); Sicilia - 104% (6.497 uomini e 252 donne); Abruzzo - 101% (1.602 uomini e 88 donne); Toscana - 99% (3.059 uomini e 85 donne); Trentino-Alto Adige - 91% (426 uomini e 46 donne); Sardegna - 83% (2.128 uomini e 50 donne); Valle d’Aosta - 80% (146 uomini)
La richiesta alle Asl
In Europa solo la Serbia ha carceri più sovraffollate di quelle italiane, dice un recente studio di Antigone onlus. Con 1.020 uomini e 80 donne, tra cui 8 madri, a fronte di una capienza effettiva di 450 persone, la situazione al carcere San Vittore, il più sovraffollato di Italia, è diventata "insostenibile". Quello che chiede l’associazione Luca Coscioni è di adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza con il fine di apprezzare le circostanze relative all'igiene e le profilassi delle stesse, della fornitura di tutti i servizi socio-sanitari e di agire di conseguenza, qualora esse non siano a norma.
Un'iniziativa lanciata alla luce della pressoché totale mancanza nel recente decreto carceri di misure strutturali volte a garantire il diritto alla salute nei 189 istituti di pena in Italia che tiene in considerazione il fatto che ai direttori generali delle aziende sanitarie spetta il compito di riferire al ministero della Salute e quello della Giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare. Le Asl hanno l'onere di accertare, anche attraverso visite ispettive agli istituti di pena, che le condizioni di igiene siano rispettate e, in caso contrario, intervenire per interrompere eventuali gravi mancanze.