ROBERTO CANALI
Cronaca

Meduse cinesi e gamberi americani: invasioni straniere nei laghi lombardi

Nel Ceresio l’animale planctonico dell’Est Asiatico: "Ma non è urticante". Proliferazione di specie alloctone nelle acque dolci, emergenza pesci siluri

Il granchio blu

L’estate 2023 verrà ricordata per l’invasione dei turisti e del granchio blu, anche lui giunto chissà come dagli Usa per diventare in breve tempo il padrone incontrastato del delta del Po (con buona pace delle granseole).

L’ennesima specie aliena che ha colonizzato l’Italia, un fenomeno che in Lombardia è tutt’altro che sconosciuto. L’altro giorno nel Ceresio, il più settentrionale dei laghi lombardi, è stato catturato un esemplare di Craspedacusta Sowerbii della famiglia delle Olindiidae, una “medusa d’acqua dolce“ appartenente a una specie che è molto diffusa in Cina, a decine di migliaia di chilometri di distanza. Un mistero, come sia arrivata fin qui.

La Lombardia dal 2012 tiene un censimento delle specie alloctone acquatiche, ovvero animali, insetti e vetegali arrivati da altri Paesi o continenti e quindi “alieni“ che però si sono ambientati benissimo nei nostri fiumi e i nostri laghi. Gli ultimi dati documentano 27 specie tra macroinvertebrati, diatomee, macrofite e pesci. La specie “straniera“ più diffusa tra i macroinvertebrati è il gasteropode Physella acuta (Haitia acuta), piccolo gasteropode di origine nordamericana già presente in ampi tratti di Ticino, Lambro, Adda e Mincio, che ora sta colonizzando anche i fiumi di montagna. La seconda specie è la Corbicula fluminea, bivalve di colore giallastro di origini asiatica, forse arrivata con le navi cargo o introdotta per scopi alimentari. Poi ci sono i pesci, dal Siluro (900 mila euro per il piano di contenimento dell’emergenza) al Carassio, il Misgurno e il Lucioperca, Persico trota, Persico sole, Trota fario atlantica, Rodeo amaro, Gambusia, Rutilo, Acerina, Carassio dorato ormai presenti un po’ ovunque come la Scripta elegans, la tartaruga dalle orecchie rosse, oppure i voracissimi gamberi della Louisiana.

“La caratteristica comunque di tutti questi animali alieni è che essendo molto più aggressivi di quelli autoctoni si impongono con relativa facilità – spiega Fabrizio Piccarolo, direttore della Fondazione Lombardia per l’Ambiente – impoverendo l’ecosistema. L’uomo è sicuramente un vettore di questa proliferazione attraverso le attività economiche, come dimostrano i casi della nutria e il pesce siluro che sono stati importati per allevamento, poi c’è il fattore del riscaldamento globale che ha reso gli habitat dei nostri laghi e fiumi adatti anche a specie tropicali. Insieme a Regione Lombardia abbiamo intensificato i controlli negli aeroporti, rispetto agli animali e i vegetali che arrivano con i voli cargo. La vera sfida però è l’eradicazione e da questo punto di vista il coinvolgimento dei cittadini, attraverso le app e i social di “citizen science“ può aiutarci a fare la differenza".

Per Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, le specie aliene si possono combattere aprendo nuovi parchi e aree protette: "Nuove aree tutelate favoriscono la biodiversità e in Lombardia ne mancano parecchie".