GIULIO MOLA
Cronaca

Stadi vecchi, ritardi e club inaffidabili: il calcio lombardo resta senza casa

Dal Como in serie A all’Eccellenza: squadre e tifosi costretti a traslocare. Lotta contro il tempo a Mantova, l’Alcione va a Fiorenzuola. Proteste a Varese, a Legnano interviene il Comune

Lo stadio Sinigaglia di Como non raggiunge la capienza massima richiesta per la serie A

Milano – Siamo all’alba di una nuova stagione calcistica, fra due settimane si comincia a far sul serio con le prime partite della Coppa Italia e fra meno di un mese ripartiranno i campionati di serie A e B. Ma puntuale come l’anticiclone africano si ripresenta in questo periodo un cronico problema: giocare in casa, per molte squadre di calcio lombarde, rischia di essere una metafora più che una circostanza reale.

Anche quest’estate, infatti, diversi club hanno dovuto fare i conti con la necessità di trovare uno stadio diverso dal proprio dove poter disputare le partite ‘interne’. La novità di stagione è che la questione non riguarda solo società della massima serie, come accaduto più volte nel recente passato. Adesso sono coinvolti club di serie C e pure dei Dilettanti, iscritti ai campionati di serie D ed Eccellenza.

Il caso Lombardia, nelle sue dimensioni, è certamente il più importante visti gli stadi obsoleti e inidonei sparsi qua e là nella nostra regione, fra progetti di ristrutturazione annunciati e lavori perennemente in ritardo. Se nelle ultime annate le società penalizzate erano state la Cremonese, costretta a giocare la prima gara diCoppa Italia a Ferrara e ad iniziare il campionato con una doppia trasferta per l’inagibilità dello ‘Zini’ (stagione 2022-2023), il Lecco (il ritorno in B nell’estate del 2023 era cominciato male, con il vecchio ‘Rigamonti-Ceppi’ chiuso per lavori e squadra emigrata in avvio a Padova, i lavori devono essere ancora completati) ma soprattutto la Feralpisalò che fino a pochi mesi fa aveva preso domicilio al ‘Garilli’ di Piacenza per disputare le gare casalinghe (viste le inadeguatezze strutturali del Turina di Salò) al suo primo torneo fra i cadetti, ora ci sono altre società interessate da problemi di vario genere.

I più urgenti riguardano il Como, che ha appena riconquistato la serie A. Il quasi centenario Sinigaglia è però inadeguato per la carenza (7.798 posti a sedere contro i 10.500 previsti grazie alla deroga concessa dalla Lega Calcio), la ricchissima proprietà indonesiana sta facendo il possibile per accelerare i tempi ma l’unica certezza è che la squadra degli Hartono giocherà in trasferta le prime tre partite di campionato sperando di poter riaprire lo stadio a metà settembre contro il Bologna. La soluzione alternativa (non proprio comodissima) è spostarsi a Verona. Si lotta contro il tempo anche a Mantova, tornato in serie B: quasi tre milioni di investimenti, cantieri aperti alle 5 del mattino e 57 operai al lavoro per l’adeguamento dell’impianto del Martelli. Va finito tutto per la prima partita casalinga, il 24 agosto contro il Cosenza.

Ma i casi aumentano anche in serie C. Il più serio riguarda la matricola Alcione, terza squadra di Milano. A Natale 2023, quando già i più ottimisti respiravano aria di promozione, la speranza era quello di trovare casa all’Arena Civica di Milano. Un sogno rimasto nel cassetto dopo il no del Prefetto, per motivi di ordine pubblico. Così gli ‘orange’ si trasferiranno a Fiorenzuola. Non è un’anomalia, purtroppo. Nella passata stagione otto squadre su 60 in C sono state costrette a utilizzare uno stadio diverso dal proprio. Tra queste l’Atalanta Under 23, che alla prima esperienza nella ex Lega Pro debuttò al ‘Comunale’ di Gorgonzola (casa della Giana) prima di ricevere l’ok per spostarsi nello stadio di Caravaggio, dove i bergamaschi disputeranno il campionato.

Situazione analoga per il Milan Futuro, pronto per il debutto in serie C: il campo per le partite interne sarà quello di Solbiate Arno, in provincia di Varese. Altra città, quest’ultima, alle prese con le vicende del Franco Ossola. La ristrutturazione dell’impianto va per le lunghe al punto che poche settimane fa alcuni tifosi, delusi e arrabbiati, hanno tappezzato le vie del centro con annunci mortuari. Questo perché il gruppo di imprese legato al Città di Varese dopo aver presentato un progetto di ristrutturazione (45 milioni e 30 mesi di lavori) è stato frenato per due volte dall’iter burocratico. Caso a parte, il Legnano. Il Comune ritiene il club “inaffidabile“: porte chiuse al Mari dopo 103 anni.