REDAZIONE CRONACA

Al via la stagione della caccia, ritornano le polemiche

La Federazione nazionale delle associazioni venatorie riconosciute auspica che "sia una festa" rilevando "il valore che diamo al paesaggio, ai boschi, all’economia del made in Italy con le tante produzioni legate alla caccia"

Cacciatore in azione

Milano, 17 settembre 2016 - Doemnica 18 settembre apre ufficialmente la stagione della caccia anche in Lombardia, che come ogni anno inizia nella terza domenica di settembre per concludersi il 31 gennaio. Una preapertura, in deroga al calendario, c’era già stata in 16 regioni il primo settembre.

La Fenaveri, la neonata Federazione nazionale delle associazioni venatorie riconosciute di cui fanno parte tra gli altri Federcaccia e Arcicaccia, auspica che "sia una festa" rilevando "il valore che diamo al paesaggio, ai boschi, all’economia del made in Italy con le tante produzioni legate alla caccia". Ma come ogni anno scoppiano le polemiche delle associazione a difesa degli animali. "Se le associazioni venatorie intendono davvero fare qualcosa di positivo per il nostro Paese devono appendere la doppietta al chiodo - dice l’Ente nazionale protezione animali (Enpa), che accusa le Regioni di essere «ancora fuori dalle regole. In Italia l’illegalità è dilagante nei confronti dei selvatici, e per questo in Europa siamo ormai diventati un vero e proprio caso". La stagione della caccia "tornerà a mietere centinaia di milioni di vittime animali - rileva la Lav (Lega antivivisezione) secondo cui sono quasi mezzo miliardo gli animali selvatici che, in tutta Italia, possono essere uccisi mentre la Lipu ritiene che nel mirino delle doppiette ci saranno quasi due milioni di allodole (la cui caccia apre il 1 ottobre per chiudersi il 31 dicembre) con “grave danno alla popolazione di questa specie, che è calata del 45% nel periodo 2000-2014 soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna".

In Italia sono abbattuti ogni anno 1,8 milioni gli esemplari, pari al 73% del totale delle allodole uccise in Europa, aggiunge la Lipu che ha già raccolto 30mila firme per una petizione che chiede di vietare la caccia all'allodola, minacciata anche dall'agricoltura intensiva perchè "lo sfalcio dei prati in pieno periodo di nidificazione causa la distruzione del nido e la morte dei piccoli".