
Alberto Stasi
Milano, 27 marzo 2018 - La circostanza che Alberto Stasi «abbia omesso di accettare l’eredità stessa nel termine di quaranta giorni dopo la chiusura dell’inventario, è certamente anomala». Ma la denuncia che ha riguardato lui e altre persone è stata archiviata. Lo scrive il gip di Milano, Natalia Imarisio, nell’ordinanza con cui ha archiviato la denuncia per omessa esecuzione dolosa di un provvedimento dell’autorità giudiziaria presentata dai legali della famiglia di Chiara Poggi nei confronti dell’ex bocconiano, della madre, di una zia, di uno zio (rispettivamente nelle vesti di tutore e pro tutore), dell’ex sindaco di Spotorno, Margherita Robatto, acquirente dell’appartamento degli Stasi nella località ligure. Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata Chiara, il 13 agosto del 2007 a Garlasco, e a un risarcimento di un milione di euro alla famiglia Poggi.
Nella primavera-estate del 2014 Alberto, dopo avere chiesto l’inventario dei beni lasciati dal padre Nicola, morto senza testamento, ha omesso di accettare l’eredità, impedendo così ai genitori di Chiara di ottenere il risarcimento. Secondo il gip, «tale anomalia» non «può ragionevolmente spiegarsi con una totale dimenticanza dovuta alle condizioni di ‘stress’ in cui versava Stasi» in attesa del nuovo processo; anzi, «la mancata accettazione dell’eredità appare verosimilmente come l’ultimo tassello di una raffinata serie di atti» in vista della scadenza giudiziaria. Tuttavia, il gip ha disposto l’archiviazione del procedimento causa «la tardività della querela». A favore di Stasi il fatto che non si proceda per il reato di falso per le dichiarazioni al notaio perché potrebbero essere avvenute in possibile, sostanziale buona fede e il fatto che la vendita dell’alloggio di Spotorno è stata dichiarata «fuori dal perimetro penale».
I difensori di Stasi, Giada Bocellari e Fabio Giarda, sottolineano comunque che nella causa civile non ci si mai è sottratti al discorso risarcitorio, al contrario: è stata proposta la villa di Garlasco, valore superiore a 400mila euro, oltre a 200mila euro offerti dalla madre di Alberto, con il contributo di quest’ultimo per il suo lavoro nel carcere di Bollate. Offerta rifiutata dai Poggi, dicono i legali di Alberto. Anche l’ordinanza del gip riconosce che ci sono trattative in corso.