RUBEN RAZZANTE
Cronaca

Un 'Grande Fratello' in stazione centrale?

Ciascuno di noi è disposto a rinunciare a uno spicchio anche consistente di propria privacy in cambio di una maggiore sicurezza

Milano, 12 aprile 2017 - Ciascuno di noi è disposto a rinunciare a uno spicchio anche consistente di propria privacy in cambio di una maggiore sicurezza. I rischi per la nostra incolumità dovuti all’incombente minaccia terroristica ci fanno accettare con più malleabilità controlli, limitazioni, invasioni della nostra sfera di riservatezza. Se, però, queste intrusioni nella nostra vita privata hanno ragioni puramente pubblicitarie e commerciali, allora il discorso cambia ed è giusto che qualcuno intervenga per impedirle. Il Garante della privacy ha chiarito in più occasioni che è possibile installare telecamere nel proprio domicilio, a patto che non filmino scene all’esterno degli edifici. Anche per quanto riguarda le videocamere installate nelle stazioni, nei negozi in centro o nelle vetrine, ci sono vincoli precisi. L’Autorità per la tutela dei nostri dati personali proprio nei giorni scorsi ha inviato una richiesta informativa alla società che installa nella stazione centrale di Milano i totem, cioè le colonnine sulle quali vengono proiettate le pubblicità, e che, secondo una segnalazione di Hermes, Centro per la trasparenza e i diritti umani digitali, traccerebbero i profili di tutte le persone che transitano in quel luogo, acquisendo dati biometrici assai invasivi e che rendono riconoscibili i soggetti per sesso, età, livello di attenzione di chi guarda, eccetera. E che utilizzo viene fatto di questi dati? Il sospetto è che possano finire nelle mani di agenzie di marketing per la misurazione del successo pubblicitario o per architettare nuove campagne commerciali.

Se così fosse, ci sarebbe una violazione della privacy, poiché le norme in materia prevedono che, attraverso cartelli ben visibili, i passanti debbano essere informati sull’esistenza di videocamere in grado di filmare scene in luoghi pubblici e debbano dare eventualmente il loro consenso. Le esigenze commerciali delle aziende devono bilanciarsi con il diritto alla privacy delle persone e l’impressione è che in questo caso la società francese che ha installato i totem non abbia fatto le opportune e preventive verifiche e predisposto le doverose cautele. Il sistema di videosorveglianza deve mantenere anonime le rilevazioni e non rendere identificabili i passanti. Le immagini non devono essere registrate ma trattate esclusivamente in tempo reale. In altre parole, se tali meccanismi si limitano a contare per fini statistici e di sicurezza le persone che ogni giorno accedono alla stazione centrale di Milano, nessun problema. Se, però, le attività di tracciamento facciale vengono gestite anche per altre finalità, allora occorrono maggiori controlli per impedire che esse realizzino uno scenario da “Grande Fratello”.