![La campagna Liberi Subito dell’associazione Luca Coscioni La campagna Liberi Subito dell’associazione Luca Coscioni](https://www.ilgiorno.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/OWIxNzljNGUtMTI3ZC00/1/1003-dire-1403__7401-90090734.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
La campagna Liberi Subito dell’associazione Luca Coscioni
Milano, 14 febbraio 2025 – “Nessuno può togliere il diritto di essere rispettati fino alla fine”. Sono le parole scelte da Serena (nome di fantasia) per commentare il suicidio assistito (con farmaco e strumentazione forniti dal Servizio sanitario) a cui ha potuto avere accesso, dopo nove mesi dalla richiesta. Si tratta del primo caso in Lombardia, il sesto in Italia.
Il caso di Serena arriva a pochi giorni dalla svolta storica segnata dalla Regione Toscana, la prima a essersi dotata di una legge sul fine vita. Non è, dunque, il caso della Lombardia, dove la proposta di legge regionale è stata rinviata in commissione. Si tratta delle proposte di legge promosse, con raccolte firme, dall’Associazione Luca Coscioni a livello nazionale la campagna “Liberi Subito”.
Il caso di Serena
Serena, cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni, è morta nelle scorse settimane a casa sua, nella località dove viveva, in Lombardia, a seguito dell’autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, insieme alla strumentazione necessaria. Serena, a causa della malattia, era paralizzata e costretta a una condizione di totale dipendenza e necessità di assistenza continuativa.
Dopo aver atteso nove mesi dalla sua richiesta, Serena è la sesta persona in Italia (la quinta seguita dall’Associazione Luca Coscioni) ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza 242/2019 sul caso “Cappato/Antoniani”, con l’assistenza diretta del Servizio sanitario nazionale che ha fornito il farmaco e ogni strumentazione necessaria.
Il messaggio di Serena
Il messaggio che ha lasciato Serena: “La mia breve vita è stata intensa e felice, l’ho amata all’infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l’amassi. L’ho vissuta nonostante tutte le mie difficoltà per tantissimi anni, come se questa malattia non fosse dentro me. Ho affrontato la mia disabilità con rispetto e dignità. Quando però cominci a sentire la sofferenza oltre a quella fisica ma dentro l’anima, capisci allora che anche la tua anima deve avere il diritto di essere rispettata con la dignità che merita. Questo è ciò che nessuno può toglierti e non deve mai accadere… libera”.
L’iter seguito da Serena
Serena aveva inviato la richiesta di verifica delle sue condizioni a inizio maggio 2024. L’azienda sanitaria a fine luglio 2024, dopo l’acquisizione del parere del comitato etico comunicava a Serena il possesso dei requisiti stabiliti dalla Corte con la sentenza Cappato (capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, patologia irreversibile, sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal richiedente, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale). Successivamente, a novembre, l’azienda sanitaria informava “Serena” che non avrebbe individuato il farmaco e la strumentazione per l’autosomministrazione, ma che doveva essere il suo medico di fiducia a indicare, con una propria relazione, il farmaco letale e la metodica per la sua autosomministrazione. Serena, con l’avvocata Filomena Gallo e un collegio legale, inviava all’azienda sanitaria la relazione medica con indicazione del farmaco, della quantità e della modalità di autosomministrazione a firma del dottor Mario Riccio, il suo medico di fiducia. Seguiva un sollecito in assenza di riscontro e a dicembre la commissione di esperti e poi il comitato etico ne confermano l’idoneità e l’azienda sanitaria confermava la fornitura del farmaco. L’azienda non comunicava la disponibilità di medici che, su base volontaria, avrebbero assistito Serena nella procedura di autosomministrazioneche e quindi Serena è stata seguita dal dottor Mario Riccio, medico anestesista, Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby e poi alcuni pazienti che fino a oggi hanno avuto accesso al suicidio medicalmente assistito.
Serena ha potuto procedere con l'autosomministrazione del farmaco letale nel mese di gennaio 2025, nella propria abitazione, assistita dal dottor Riccio e circondata dai suoi cari.
Filomena Gallo e Marco Cappato
“La Regione Lombardia ha fornito l’aiuto medico per la morte volontaria a Serena perché era suo dovere farlo – commentano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscion – . Si conferma così nei fatti ciò che avevamo sostenuto anche in occasione dell’irresponsabile decisione del Consiglio regionale di dichiarasi incompetente in materia. Se fosse stata in vigore la nostra legge di iniziativa popolare ‘Liberi subito’, Serena avrebbe potuto seguire una procedura chiara e definita invece di dover affrontare, insieme al personale sanitario, una corsa a ostacoli durata 9 mesi. Chiediamo al Presidente Fontana di tornare sulla materia, riesaminando il contenuto della nostra legge e emanare un atto di Giunta, come preannunciato dal Presidente Zaia in Veneto”.