Roma - Puntare ai test solo su chi è sintomatico, garantendo l'effettuazione dell'esame, il più presto possibile, a tutti coloro che sviluppano sintomatologia di COVID-19, e modulando quando una persona si trova in auto-sorveglianza "l'esecuzione del test in relazione allo stato immunitario e alla presenza di patologie concomitanti". Ed ancora: testare a seguito di un'esposizione a rischio coloro che hanno condizioni che predispongono a forme gravi di Covid-19 (diabete, obesità, broncopneumopatia cronica ostruttiva, mancanza di protezione immunitaria), ma non gli asintomatici guariti da meno di 120 giorni e chi, sempre asintomatico, è vaccinato con dose booster o ha concluso il ciclo primario di vaccinazione da meno di 120 giorni. Queste le raccomandazioni contenute in un Position Paper di un pool di esperti della Società Italiana d'Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI).
Gli esperti Siti si esprimono anche a favore del superamento dei tamponi preventivi per ottenere il Green Pass e della sospensione dello "screening periodico degli operatori sanitari fatti salvo i reparti ospedalieri a maggiore rischio (Oncologia, Neonatologia, Rianimazione)", continuando invece a svolgere attività di screening sugli operatori finalizzate al contenimento dei cluster di comunità (residenze sanitarie assistenziali, strutture socioassistenziali, altre comunità che ospitano soggetti a rischio). Per quanto concerne l'isolamento dei casi confermati rimane, questo per gli esperti "il caposaldo per la prevenzione della malattia". Si ritiene però opportuno "revisionare i criteri di modulazione della durata dell'isolamento e di fine isolamento in relazione allo stato immunitario del soggetto".