Pensavano che fosse da solo in casa e che la sua disabilità gli avrebbe impedito di mettersi in salvo. E invece quella notte a casa c’era pure la donna contesa, che è riuscita a contenere il rogo in attesa dell’intervento risolutivo dei vigili del fuoco. Fiamme appiccate per uccidere, secondo le indagini dei carabinieri della stazione Affori e della Compagnia Duomo, che ieri hanno arrestato i presunti autori: in manette il trentanovenne Michele C. e il quarantottenne Oscar D., accusati di tentato omicidio, incendio e minaccia aggravata. L’inchiesta dei militari, coordinati dal pm Michela Bordieri e dal capitano Gabriele Lombardo, scatta nella notte tra il 2 e il 3 gennaio: qualcuno ha svuotato una busta di benzina sul pianerottolo, ha dato fuoco e ha sbarrato la porta del monolocale di via Terracina con uno stendibiancheria, così da chiudere la via d’uscita all’inquilino di 37 anni, che si muove su una sedia a rotelle e che se la caverà con lievi ustioni a gambe e braccia solo grazie alla provvidenziale quanto casuale presenza della fidanzata. Gli accertamenti investigativi si concentrano sin da subito su Michele C. e Oscar D., anche perché per un periodo la donna ha avuto una relazione con uno dei due, trasferendosi nell’appartamento in cui vivono entrambi. Poi, però, la trentaseienne ci ha ripensato ed è tornata dal compagno, scatenando la gelosia dell’altro. Da lì un’escalation di insulti e chiamate minatorie: "Fino a quando muoio, io di te non mi scordo più, io ti do fuoco". La notte del 3, i due passano all’azione: riempiono la busta di carburante in un distributore, si presentano davanti alla porta del monolocale e appiccano l’incendio, dando vita, per dirla con le parole del gip Lorenza Pasquinelli, a "un agguato premeditato" contro una persona "con handicap fisico".
CronacaMilano, tenta di bruciare il rivale in amore. Arrestato con il complice