Milano , 29 settembre 2020 - I carabinieri del Ros impegnati nell'operazione "Match" hanno arrestato Alice Brignoli, cittadina italiana, indagata per il delitto di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La donna era stata localizzata in Siria dagli uomini del Ros che, recatosi nel territorio di quello Stato, è riuscito anche a rintracciare i figli minori liberati da un campo di prigionia e a rimpatriare l'intera famiglia in Italia. Le indagini hanno accertato che nel 2015 Brignoli, insieme con il marito Mohamed Koraichi, cittadino italiano di origine marocchina, e i loro tre figli minori, avevano lasciato l'Italia per raggiungere i territori occupati dall'autoproclamato "Stato Islamico", dove Koraichi ha preso parte alle operazioni militari del Califfato, mentre la moglie ha ricoperto un ruolo attivo nell'istruzione dei figli alla causa del jihad. Il marito della donna, da quanto si è saputo, è morto in Siria. lice Brignoli sarà interrogata domani mattina a San Vittore.
"È una bellissima storia italiana, che evidenzia anche le grandi capacità delle forze dell'ordine italiane e la forza della cooperazione internazionale". Ha commentato il pm Alberto Nobili, alla guida della sezione Antiterrorismo della procura milanese. "Sarà interrogata con la speranza che la donna sia collaborativa. Ci potrà dare indicazioni non solo su terroristi ma anche sulla realtà, sulla modalità di vita nei campi in Siria, su come andare a recuperare altre persone in questa specie di fortino", spiega Nobili. "I bambini me li hanno descritti come allegrissimi, erano veramente felici perché hanno capito che è finita l'odissea che può riprendere una vita civile e ordinaria. Hanno capito che è stato fatto loro una sorta di regalo". I piccoli saranno accuditi da una comunità di minori del Comune di Milano.
"Mamma Isis" lecchese
La vicenda di Alice 'Aisha' Brignoli e Mohamed Koraichi, i cui nomi erano finiti nell'elenco dei foreign fighters italiani, è emersa a maggio del 2015 quando la madre della donna ne ha denunciato la scomparsa. La coppia aveva portato in Siria i tre figli, il più grande di sette anni all'epoca e il più piccolo che aveva solo un anno e mezzo. 'Aisha', così si faceva chiamare Alice Brignoli dopo la conversione, e suo marito Mohamed (quando sono partiti avevano rispettivamente 39 e 31 anni), secondo quanto ricostruito, avevano iniziato il percorso di radicalizzazione nel 2009, in concomitanza con la nascita del primo figlio: lei ha iniziato ad indossare il velo e a studiare l'arabo, lui si è fatto crescere la barba e sempre più spesso si faceva vedere in giro con una tunica bianca. Con il passare del tempo i due hanno tagliato i ponti con le famiglie e a maggio del 2015 sono partiti. Prima tappa la Turchia, da dove poi hanno raggiunto la Siria. Quando è entrata nell'appartamento della figlia a Bulciago, nel Lecchese, di Aisha ha trovato solo un messaggio: "Sono partita, non mi cercate, non torno". I due erano finiti tra i sei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito di un blitz di Digos e Ros dell'aprile del 2016 che portò all'arresto di 4 persone: Abderrahim Moutaharrik, pugile e campione di 'muay thaì legato all'Isis e che nelle intercettazioni diceva di essere disposto a commettere attentati in Vaticano, la moglie Salma Bencharki, Abderrahmane Khachia e Wafa Koraichi, sorella di Mohamed, il marito di Alice Brignoli morto in Siria.