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Trasporto pubblico e lavoratori in fuga dalla Lombardia: i tre motivi di un disagio diffuso

La ricerca di Fit Cisl Lombardia: dalle buste paga basse alle turnazioni pesanti passando per l’incremento delle aggressioni

Per molti lavoratori del trasporto pubblico questa profesione è diventata un incubo

Per molti lavoratori del trasporto pubblico questa profesione è diventata un incubo

Milano, 25 marzo 2025 - Che l’insoddisfazione fosse alta era palese dalla serie di scioperi dei trasporti nel settore pubblico. E sempre più autisti scelgono di lasciare la Lombardia ed è difficilissimo arruolarne di nuovi.

Una ricerca commissionata da Fit Cisl Lombardia lo conferma e ne spiega i motivi: buste paga basse rispetto al carovita, turnazioni che fanno male alla salute e non facilitano la conciliazione vita-lavoro, incremento delle aggressioni a danno del personale, incognite sull'impatto dell'Intelligenza artificiale, scarso coinvolgimento nella vita dell'impresa, voglia di dimissioni.

Stipendi bassi

"I risultati - ha commentato il segretario generale della Fit Cisl Lombardia, Marco Ceriani - segnalano un diffuso disagio fra i lavoratori e le lavoratrici di un settore che offre importanti servizi ai cittadini. Voglio evidenziare tre criticità forti. La prima è lo stipendio: il 56 per cento si dichiara insoddisfatto, una situazione inaccettabile, soprattutto in una regione come la Lombardia, e in particolare un'area come il milanese, dove il costo della vita è tra i più alti d'Italia. I salari, spesso fermi da anni, non sono più sufficienti a garantire un'esistenza dignitosa. Rivendichiamo con forza il diritto a una retribuzione giusta e proporzionata al contesto in cui si vive e lavora".

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La sicurezza

La seconda, "evidenziata dalle richieste di impegno rivolte al sindacato, è la crescente preoccupazione per le aggressioni da parte dell'utenza. Un campanello d'allarme che ci impone di mettere in campo soluzioni rapide: la tecnologia può essere alleata della sicurezza. Pensiamo a sistemi intelligenti di sorveglianza, dispositivi di allerta personale e software predittivi che permettano di anticipare situazioni di rischio, salvaguardando l'incolumità fisica e psicologica di chi lavora ogni giorno per la collettività".

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Orari stressanti e paura IA

La terza "è il problema degli orari: i lavoratori turnisti mostrano i livelli più bassi di soddisfazione su quasi tutti i fronti. Non possiamo ignorare questa realtà: il lavoro su turni, essenziale per garantire la continuità dei servizi, non può più essere pagato con l'usura psicofisica di chi lo svolge. Infine, il nostro sguardo è  rivolto al futuro. Le domande sull'Intelligenza artificiale hanno evidenziato l'attenzione verso il suo potenziale in termini di maggiore efficienza, ma anche fortissimi timori per l'occupazione e la disumanizzazione del lavoro".