Milano, 28 settembre 2015 - L'allarme è stato lanciato da Assoutenti, Regioni e comitati pendolari: se lo Stato non paga Trenitalia rischiano di essere tagliati 84 treni Intercity. Una mazzata ai collegamenti con Milano, Torino, la Liguria, il Veneto, Firenze, Roma, Napoli, le Puglie, Reggio Calabria. Accade questo. Il 31 dicembre 2014 è scaduto il contratto di servizio per il trasporto universale sovvenzionato dallo Stato. Nel corso di quest’anno le corse degli Intercity sono state in regime di proroga. Ma a oggi il governo non ha versato neppure un acconto dei 200 milioni di euro che deve a Trenitalia per il servizio assicurato nel 2015. Una volta saldato il conto, dovranno essere reperiti i fondi per proseguire. Nell’immediato l’urgenza è quella di evitare, con una proroga o un contratto-ponte, la cancellazione degli Intercity che penalizzerebbe pesantemente il traffico ferroviario in 16 regioni. Il costo di un anno di esercizio di 84 Intercity giorno e 22 Ic notte è di circa 220 milioni. Una cifra non astrale se si considera che il costo annuale del contratto di servizio fra Regione Lombardia e Trenord ammonta a 412,5 milioni (come dire che una sola regione sostiene un costo quasi doppio di quanto dovrebbe stanziare il governo per il servizio universale). «Il problema degli Intercity - dice Massimo Ferrari, segretario di Assoutenti Lombardia e presidente nazionale dell’associazione Utenti Trasporto Pubblico - è anche e soprattutto quello dei collegamenti interregionali. È vero che ci sono le varie Frecce, ma non bastano. E la questione interessa tutta l’Italia, ma soprattutto il Nord».
A chi spetta la risposta? «Assoutenti ha sollevato il problema. Il governo dovrebbe esprimersi. Certo, c’è la spending review e si rischia di investire da una parte e tagliare da un’altra. Ma il problema è grosso: sono mancati molti Interregionali e di conseguenza gli Intercity sono vitali».
Quanti lombardi potrebbe coinvolgere un eventuale taglio degli Intercity? «Parliamo di diverse decine di migliaia di persone. Pensiamo a quanti si spostano verso l’Adriatico, l’Emilia-Romagna, i capoluoghi della Liguria. Anche le Frecce bianche, che non percorrono l’Alta velocità ma la linea storica, hanno forti legami con la Lombardia. Il Ponente ligure e il Levante sono importanti sia per il turismo sia per le relazioni commerciali. Sono stati istituiti i treni Tello, due fino a Nizza, uno fino a Marsiglia. I Tello stanno supplendo».
E Trenitalia? «Un anno fa, in un convegno a Milano con le associazioni europee, avevamo denunciato l’assenza di collegamenti con la Costa Azzurra. Il rappresentante di Trenitalia disse che non c’era domanda. Ma come, non c’era domanda?».
Le Regioni? «In questi anni sono stati tagliati gli Interregionali per mancanza di accordo fra le Regioni. Come per il Milano-Venezia, che si ferma a Verona. Per andare anche solo a Vicenza si deve cambiare a Verona. Da una parte le singole Regioni che pensano solo ai loro pendolari. Dall’altra lo Stato che dovrebbe riprendere un contratto di servizio universale, almeno fra i capoluoghi di provincia. Se non vengono assicurati questi contratti fra governo e Trenitalia non se ne esce».
Come si risolve? «Il governo dovrebbe indire una conferenza Stato-Regioni. Si deve stabilire una griglia minima di servizi da assicurare. Va bene tagliare i treni poco frequentati, ma qui rischiano di sparire dei collegamenti importanti. In questo momento non è facile, d’accordo. Proviamoci. A suo tempo, come Assoutenti, avevano proposto che venisse destinata una piccola parte delle accise sul carburante». gabriele.moroni@ilgiorno.net