Milano, 12 novembre 2024 – Diritti a ostacoli, spesso solo sulla carta, tanto che per accedervi bisogna rivolgersi al giudice. Una realtà che provano sulla propria pelle le persone con disabilità e le loro famiglie, che, solo nel 2023, si è tradotta in 800 pronunce da parte di giudici in Italia.
Il dato emerge dall’indagine “La giurisprudenza sui diritti delle persone con disabilità“, il primo rapporto (relativo al 2023) dell’Osservatorio giuridico permanente sui diritti delle persone con disabilità di Human Hall, l’hub di ricerca sull’inclusione dell’Università Statale di Milano.
Un dato, si legge nel rapporto, che “accredita l’idea che la normativa dedicata alle persone con disabilità incontri ancora oggi molteplici difficoltà sul piano applicativo e che, su questo preciso presupposto, i giudici italiani vengano frequentemente investiti di questioni relative alla protezione dei diritti di tali persone”.
La questione scuole
Nell’archivio delle sentenze pubblicato dall’Osservatorio, almeno una trentina riguardano la Lombardia. Molte sono sul diritto allo studio, in particolare nelle scuole dove, a fronte di un aumento di studenti e studentesse con disabilità, mancano personale adeguatamente formato e persistono barriere architettoniche.
La maggior parte dei provvedimenti analizzati riguarda, in questo ambito, la mancata o parziale redazione e attuazione del Piano educativo individualizzato (diverse le pronunce nel 2023 anche da tribunali di Varese, Monza, Busto Arsizio).
Gli altri universi
Ci sono sentenze anche che riguardano il mondo del lavoro, i caregiver, ma anche le persone straniere con disabilità. Tra queste, la sentenza della Corte d’appello di Brescia in merito ad una donna straniera sorda che si era vista dichiarare improcedibile la sua domanda di cittadinanza dalla Prefettura perché non aveva potuto capire quanto riferito dagli operatori, a causa della sua disabilità.
“Troppo spesso, nella società civile e in diversi enti istituzionali, si riscontra una carenza di conoscenze di base su queste tematiche – commenta Marco Cola, presidente Asd Aole di Brescia, che ha lo scopo di promuovere e sviluppare progetti per l’autonomia, l’integrazione, l’inclusione sociale e culturale di persone con disabilità –. Questa mancanza di competenze, anche minime, porta molte famiglie a dover ricorrere a vie legali per ottenere ciò che spetterebbe loro di diritto. Tuttavia, l’iter legale è spesso lungo e logorante, con modalità che aggiungono ulteriore stress ai caregiver, già provati dalle loro difficili condizioni quotidiane. Bisogna promuovere l’educazione e la sensibilizzazione in questi ambiti, sia a livello comunitario che istituzionale”.