
L'esterno del Tribunale di Milano
Milano, 30 dicembre 2015 - Assomiglia a un puzzle, il gioco delle poltrone. Ogni tassello, alla fine, è destinato ad incastrarsi con tutti gli altri, ma per ora a Palazzo di Giustizia il disegno sullo sfondo si intravvede appena. Questa fine d’anno, e l’inizio di quello che verrà, segnano infatti un momento decisivo nella storia delle magistratura milanese, con il pensionamento di toghe importanti, la promozione di altre, una lunga serie di incarichi di vertice che restano vacanti e in attesa di eredi designati.
Molto si è già detto per la corsa alla successione del procuratore Edmondo Bruti Liberati. Di fatto una gara a due (Ilda Boccassini, la terza in lizza, sembra non avere chance). Se il Csm votasse ora vincerebbe quasi certamente Francesco Greco, attuale aggiunto, a sinistra nel sindacato delle toghe, ma con un profilo “politico” gradito anche a destra come il suo predecessore. Però i tempi della nomina slittano almeno fino a febbraio e così il suo rivale Alberto Nobili, pure lui procuratore aggiunto ma con profilo più “tecnico”, è ancora in gara.
Nel frattempo si è liberata la poltrona istituzionalmente più pesante del Palazzo, quella di presidente della corte d’appello. La nomina di Giovanni Canzio a primo presidente di Cassazione ha dato il via alle danze per la successione. Favorito sembra Luigi de Ruggiero, presidente di sezione in corte d’appello, storica toga “rossa” di Md (Magistratura democratica) cui Unicost (il correntone di centro) opporrà Marina Tavassi, ora presidente del tribunale dell’impresa. Altro giro altra corsa, il pensionamento di Laura Bertolè Viale, prima donna avvocato generale dello Stato a Milano, apre una corsa che sembrerebbe a tre, tutta giocata in area Unicost. In gara ci sono Gaetano Santamaria, ora sostituto procuratore generale, già al Csm, Nunzia Gatto, in procura come aggiunto responsabile del pool ambiente e lavoro e Monica Frediani, da poco ex procuratore capo presso il tribunale per i minori. Il primo sembra leggermente in vantaggio.
Ma non è finita, perché a marzo andrà in pensione anche l’attuale presidente del tribunale di sorveglianza, altra carica di grande responsabilità con tre carceri come San Vittore, Opera e Bollate nel distretto milanese. Al posto occupato ancora per poco da Pasquale Nobile de Sanctis si sono candidati quasi tutti i magistrati di sorveglianza che lavorano con lui. In pole position sembra Giovanna Di Rosa (Unicost), fino allo scorso luglio al Csm, ma anche Guido Brambilla (area Cl) e Mariolina Panasiti (ai vertici nazionali di Mi, Magistratura indipendente, la corrente più a destra) sono pienamente in corsa.
Infine la poltrona vacante da più tempo. È quella di presidente dei gip (lasciata libera da Gabriella Manfrin) per la quale sono in gara Aurelio Barazzetta, presidente di sezione in tribunale, a lungo giudice delle indagini preliminari, area Unicost e Giovanna Ichino, Md, per anni sostituto in procura, poi giudice e negli ultimi tempi nel comitato direttivo della Scuole superiore della magistratura, che appare leggermente sfavorita. Chi non correrà è l’attuale presidente aggiunto Claudio Castelli, storico leader di Md, che invece tornerà a Roma, dov’era già stato con il ministro Mastella, anche stavolta come capo dipartimento al ministero della Giustizia.