STEFANIA TOTARO
Cronaca

Truffa allo Stato, quell’azienda dove per due anni non è mai entrato nessuno

Da qui è partita la maxi-indagine della Procura di Monza per truffa, bancarotta, riciclaggio, autoriciclaggio e false comunicazioni sulle società

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Guardia di finanza

Monza - Una società con 4 dipendenti fino al 2018, che nel 2020 aveva ottenuto un finanziamento bancario garantito dallo Stato di 25mila euro e non l'aveva più restituito, nella cui sede in via Biancamano a Monza da due anni la portinaia "non vede arrivare nessuno".

Sono partite così le indagini della Procura di Monza sulle presunte truffe transnazionali che hanno portato la Guardia di finanza di Como ad eseguire 19 ordinanze di custodia cautelare. Gli interrogatori di garanzia sono in corso. Il gip del Tribunale di Monza Marco Formentin sta sentendo i 7 indagati in carcere: il broker bresciano agente della parte lesa Banca Progetto, Marco Savio, indagato agli arresti domiciliari anche a Brescia, che ha negato ogni addebito, riservandosi di farsi sentire dal pm Michele Trianni per entrare nel merito delle accuse; il lecchese Ernesto Maria Cipolla, ritenuto a capo dell'associazione a delinquere che ha portato al sequestro di 6 milioni e 700 mila euro; il presunto sodale di Cipolla, il milanese Simone Iacone; il commercialista lecchese Michele Migliore e il collega milanese Paolo Attilio Remo Cotini e i presunti riciclatori, il varesino Maurizio Ponzoni e il monzese Massimiliano Musa.

Poi sarà la volta dei 7 indagati ai domiciliari e dei 5 con obbligo di firma. Sono 28 complessivamente gli indagati a vario titolo per truffa, bancarotta, riciclaggio, autoriciclaggio e false comunicazioni sulle società. Quelli brianzoli sono cinque. Oltre a Massimiliano Musa, agli arresti domiciliari sono andati l'ex finanziere di Monza Alessandro De Domenico, residente a Bernareggio (già sotto processo, in fase conclusiva, al Tribunale di Monza per corruzione con alcuni cinesi per avvisarli dei controlli e per il presunto business dei permessi di soggiorno ad egiziani, per cui nel 2019 era stato arrestato insieme ad un poliziotto in servizio a Milano) a cui è contestata l'associazione per delinquere insieme ad un altro brianzolo, Omar Di Blasi, residente a Briosco, anche lui ai domiciliari, oltre a due presunti prestanomi residenti uno a Monza, con l'obbligo di firma e uno a Cesano Maderno, indagato a piede libero.