REDAZIONE CRONACA

Omicidio Cecchettin, Filippo Turetta ammette la premeditazione. “Scusarmi? Sarebbe ridicolo e fuori luogo”

La testimonianza del 22enne: “Volevo rapirla, ucciderla e togliermi la vita. Lei si opponeva, avevo un coltello in mano e ho colpito a caso”. Il motivo? “Non voleva tornare con me”. La sorella Elena: "Non partecipo al processo, da 11 mesi ho incubi". Papà Gino ha lasciato l’aula prima: “Ho già capito chi è”

Verona, 25 ottobre 2024 – Si è conclusa l'udienza più attesa: Filippo Turetta è stato interrogato in aula per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Il 22enne ha lasciato il carcere di Verona e, per la prima volta, ha testimoniato durante il dibattimento alla corte d’Assise di Venezia. Ha ammesso la premeditazione: "Il piano era di rapirla, stare con lei quella sera, farle dal male e toglierle la vita. Ero confuso, volevo ancora stare con lei", ha detto al giudice. “Ricordo che avevo il coltello in mano, poi si è rotto. Ho colpito a caso. Lei si opponeva, non sarei riuscito a riportarla in auto”, ha detto ricordando gli ultimi istanti nella zona industriale di Fossò (Venezia), dove Giulia è stata ammazzata con 75 coltellate. “Ho coperto il corpo per nascondere le ferite. Era un'immagine brutta". 

Vestito con pantaloni neri e una felpa grigia con cappuccio, l’imputato ha portato con sè una cartellina con una memoria di 40 pagine: “Scritta di getto da febbraio”. Tutto il dibattimento – sarà un processo lampo di sole quattro udienze – ruota intorno al “nodo cruciale della premeditazione” del femminicidio di Giulia, colpita con 75 coltellate lo scorso 11 novembre. E, per la prima volta da quella notte, Turetta ha rivisto il padre della ragazza, Giulio Cecchettin. Quest’ultimo ha lasciato l’aula prima del termine dell’udienza: “Vado via, non ho bisogno di restare, per me è chiarissimo chi è Filippo”.

La prossima udienza si terrà il 25 e 26 novembre: in queste date è previsto il dibattito. Cancellata invece quella del 28 ottobre: il presidente Stefano Manduzio ha ritenuto che Turetta abbia rilasciato abbastanza dichiarazioni; non è necessario interrogarlo oltre. La sentenza è prevista il 3 dicembre. 

L’udienza in diretta

Gino Cecchettin guarda Turetta in aula, lui tiene occhi bassi
Gino Cecchettin (di spalle) ascolta la testimonianza di Turetta

14:44
Udienza terminata: quando le prossime 

E' terminata la seconda udienza del processo a Filippo Turetta, dedicata interamente all'interrogatorio dell'imputato. La seduta è durata quasi sei ore e mezzo, con mezz'ora di interruzione. Il presidente Stefano Manduzio ha annullato l'udienza del 28 ottobre, essendo stato esaurito l'interrogatorio di Turetta da parte del pm, delle parti civili e della difesa. Come da calendario, invece, il 25 e 26 novembre ci sarà il dibattito per andare, dopo eventuali repliche, al 3 dicembre per la sentenza.

14:42
Il coltello comprato a Berlino per suicidarsi

Filippo Turetta ha più volte ricordato, nel corso dell'udienza, della sua volontà di togliersi la vita dopo aver ucciso Giulia. Non lo avrebbe fatto per paura del dolore fisico. Eppure, ci avrebbe ripensato varie volte: "Volevo provare a colpirmi - ha risposto in udienza al suo avvocato difensore - ma poi, è vergognoso dirlo, non sono riuscito a farlo. Volevo provare sul collo, o sul cuore". In particolare, il 22enne avrebbe acquistato un coltello apposito a Berlino, durante la fuga. 

13:43
Filippo sulle scuse mancate: "Sarebbero ridicole e fuori luogo"

"Non penso al mio futuro, l'unica cosa a cui penso è che sia giusto affrontare questo ed espiare la colpa per quel che ho fatto. Mi sento in colpa a pensare al futuro, di lei che non c'è più". Così Filippo Turetta in aula, rivolgendosi a una domanda del suo legale. "Non so perché non ho chiesto scusa - ha proseguito - ma penso che sia ridicolo e fuori luogo, vista la grave ingiustizia che ho commesso. Sarebbe ridicolo dare semplici scuse per qualcosa di inaccettabile. Potrebbero solamente creare ulteriore dolore per le persone che già provano dolore per quel che è successo. vorrei evitarle e sparire".

13:40
Turetta: "Maggior parte delle coltellate a Fossò"

Filippo Turetta continua a raccontare i dettagli di quanto successo la sera del delitto, il 13 novembre 2024: "Il maggior numero di coltellate credo di averle date quando lei era sul marciapiede, nella zona industriale di Fossò". Questa la risposta al suo avvocato, che gli ha chiesto in quale momento dell'aggressione avesse infierito più volte su Cecchettin: quando aveva già caricato la ragazza morente in macchina, o prima, quando l'aveva raggiunta e fatta cadere sul marciapiede della zona industriale di Fossò.

13:39
Avvocato Cecchettin: "Udienza di oggi certifica imputazione"

"Per me l'udienza di oggi certifica l'imputazione - ha affermato il legale di Gino Cecchettin, Stefano Tigani - Mi aspettavo quello che ho sentito ci sono stati dei punti in cui ci sono state delle risposte, e punti in cui non ci sono state. Ma il memoriale partiva dalla volontà di dire tutta la verità e quindi io lo ritengo incoerente". 

12:44
Inizia il controinterrogatorio da parte dell'avvocato difensore

"Sono qui per dovere verso la giustizia ma soprattutto verso Giulia e verso tutte le persone colpite". Così Filippo Turetta rispondendo alla domanda del suo legale, Giovanni Caruso, sulla ragione per cui abbia deciso di sottoporsi all'interrogatorio davanti alla Corte d'Assise.

12:05
Gino Cecchettin con gli occhi lucidi: "Vado via, ho capito chi è Filippo"

Dopo le dichiarazioni del legale difensore, che ha annunciato l'intenzione di porre domande al suo assistito per "capire davvero chi è Turetta", Gino Cecchettin ha affermato: "Vado via, non ho bisogno di restare, per me è chiarissimo chi è". In seguito, il padre della vittima si è congedato con i cronisti con gli occhi lucidi. 

12:00
La seconda aggressione: "Scappava e urlava, l'ho colpita ancora"

"Giulia stava scappando, forse l'avevo colpita in auto, su una coscia, non ricordo, poi non so se è caduta o l'ho fatta cadere a terra. Lei urlava e l'ho colpita ancora": Filippo racconta il momento della seconda aggressione a Fossò. Nei minuti tra le due, la ragazza era stata imbavagliata per non urlare, ma era riuscita ad aprire la portiera ed uscire dall'auto. Una fuga purtroppo inutile, anche perché la 22enne era sprovvista del cellulare, gettato da Turetta già a Vigonovo. "Volevo colpirla al collo per non farla soffrire, lei alzava le mani per difendersi, e allora ho tentato di colpirla più velocemente possibile da altre parti". Nel corso dell'udienza è anche emerso che nei giorni precedenti l'omicidio, in una gelateria di Padova, Turetta aveva avuto un pesante scontro verbale perché voleva tornare insieme a lei, e di averle dato uno schiaffo a una coscia: "Lei - ha sottolineato - si lamentava sempre perché ero assillante".

10:57
Filippo in lacrime: "Ho coperto il corpo per nascondere le ferite. Era un'immagine brutta"

''Forse non ha avuto senso che io nascondessi il suo corpo'' coprendola con i sacchi neri, ''ma mi rendevo conto che aveva delle ferite, che era in cattive condizioni, condizioni terribili, volevo che non si vedesse perché le ferite…Sapere solo che lei non c'era più senza vedere come perché ovviamente è un'immagine brutta''. Lo afferma in aula, davanti ai giudici della corte d'Assise di Venezia, Filippo Turetta imputato per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin.

10:55
"Volevo tornare con lei, soffrivo e provavo rabbia"

"Io volevo tornare insieme a lei e di questo soffrivo molto e provavo risentimento, molto, verso di lei". Lo ha detto Filippo Turetta, nell'aula del processo, parlando del rapporto con l'ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa a coltellate. "Avevo rabbia perché sostanzialmente soffrivo di questa cosa, volevo tornare insieme e lei non voleva...non so...mi faceva rabbia che non volesse", ha continuato interrompendosi più volte nel corso delle sue dichiarazioni.

10:52
Il ricordo: "Quella sera ho sentito di averla persa per sempre"

"In quel momento ho sentito di aver perso per sempre la possibilità di tornare insieme. Non avere più un rapporto, ho percepito questo: di perdere la possibilità di un rapporto''. Lo afferma Filippo Turetta, imputato per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, nell'interrogatorio davanti alla corte d'Assise di Venezia. L'11 novembre del 2023 di fronte al rifiuto di darle un'altra possibilità, si rivolge all'ex fidanzata ''in un tono alterato e lei giustamente ha reagito malissimo''. Una lite che sfocia in una doppia aggressione e un delitto con 75 coltellate. Non era la prima volta che Turetta ha usato modi aggressivi contro la 22enne, come una sera davanti a una gelateria di Padova. ''È successo che eravamo in macchina che stavamo discutendo di questa lista di motivi per cui mi aveva lasciato, parlando di uno di questi motivi ero nervosissimo, le ho fatto così sulla coscia…non volevo essere violento, non sono riuscito a trattenermi'', conclude l'imputato.

10:41
Zaia: "Ferita ancora viva"

La tragedia di Giulia Cecchettin "ha segnato profondamente tutti noi, ed è ancora una ferita viva". Lo sottolinea Luca Zaia, presidente del Veneto, nel giorno in cui Filippo Turetta è in aula in Corte d'Assise di Venezia "per rispondere di quello che ha fatto". E ancora. "Il nostro pensiero è sempre con papà Gino e con la sorella e il fratello di Giulia, che da un anno fanno i conti con un dolore che non si spegnerà mai", aggiunge Zaia sui social.

10:36
Turetta scoppia a piangere: "È difficile in questo momento"

Filippo Turetta piange in aula. "È difficile in questo momento - dice il 22enne rispondendo all'avvocato di parte civile Nicodemo Gentile -. Volevo tornare assieme a lei, soffrivo molto e provavo risentimento verso di lei. Avevo rabbia perché soffrivo di questa cosa e questo mi ha sconvolto". E ancora: "Volevo che il nostro destino fosse lo stesso per entrambi e quindi... io penso sia questa la verità - ha aggiunto-. In macchina abbiamo litigato perché volevo tornare insieme, così come avevo fatto nei giorni precedenti, anche in chat".

10:26
La confessione: "Ho ucciso Giulia perché non voleva tornare con me"

''Ho ucciso Giulia perché non voleva tornare con me, provato risentimento, rabbia, non lo so…''. Sono le parole con cui Filippo Turetta spiega, nell'aula de processo, il perché ha ucciso con 75 coltellate l'ex fidanzata Giulia Cecchettin.''Ho ucciso Giulia perché non voleva tornare con me, provavo risentimento, rabbia, non lo so…''. Sono le parole con cui Filippo Turetta spiega, nell'aula de processo, il perché ha ucciso con 75 coltellate l'ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Filippo Turetta durante il processo
Filippo Turetta durante il processo
10:16
Legale dei Cecchettin: "Omicidio premeditato da uomo senza empatia"

"Ha punito Giulia perché non voleva tornare con lui. È un omicidio premeditato, dove un uomo senza empatia ha colpito. Purtroppo, gli uomini senza empatia sono tutti uguali". Lo ha detto Nicodemo Gentile, avvocato di parte civile per Elena Cecchettin, sorella di Giulia, durante una breve pausa della seconda udienza in Corte d'Assise a Venezia, dove si sta tenendo l'interrogatorio di Filippo Turetta.

 

 

09:51
Filippo parla da 2 ore, balbetta e non pronuncia mail il nome di Giulia

Mentre l'interrogatorio dura da un paio d'ore, Filippo Turetta non hai mai pronunciato finora il nome di Giulia Cecchettin, pur pronunciando frasi pesanti come "l'ho uccisa", e poi "ho nascosto il corpo". Nell'aula della Corte d'Assise di Venezia regna il silenzio. Il pm Andrea Petroni cerca di formulare le domande in modo semplice e diretto, incalzando Turetta che, nonostante le memorie messe agli atti, balbetta, tentenna, risponde con dei "non ricordo" anche di fronte all'evidenza di immagini e oggetti, ogni tanto con voce strozzata.

Il difensore di Turetta, Giovanni Caruso, fissa costantemente negli occhi Filippo, seguendo lo sconnesso filo di parole che pronuncia nel tentativo di rispondere al pm che, ripercorrendo i giorni prima, durante e dopo l'omicidio, può contare non solo sugli interrogatori ma anche sulle ammissioni dell'imputato nelle lettere e memorie.

++ Turetta ammette la premeditazione, 'ho detto bugie' ++
Seconda udienza del processo per l'omicidio Cecchettin: l'interrogatorio di Turetta
09:49
"Forse accennai allo psicologo che volevo suicidarmi"

"Disse al suo psicologo che voleva suicidarsi?”, ha chiesto il pm a Filippo Turetta. "Non ricordo – ha riposto l’imputato – sì, forse glielo accennai, ma non glielo dissi in modo diretto". Turetta affronta, sempre incalzato dalle domande del magistrato, il tema del 'farsi male', oggetto anche di una chat in cui esprimeva questo proposito a Giulia Cecchettin.

"In quella chat penso di averlo detto riferendomi al futuro, non era un pensiero vero – afferma – potevo magari pensarlo ogni tanto. Ho riletto quella chat di recente, è veramente pesante da leggere, mi dispiace avere scritto quelle cose. Stavamo litigando, non mi controllavo, dicevo quelle cose con foga. Nonostante avessi questo pensiero, comunque avevo paura del dolore fisico".

09:31
Papà Gino ascolta la testimonianza, sguardo fisso sull'assassino della figlia

 

Il padre di Giulia Cecchettin, Gino, sta seguendo la deposizione di Filippo Turetta tenendo lo sguardo fisso sull'assassino reo confesso di sua figlia, che ha rivisto oggi per la prima volta da quando Giulia è stata uccisa. Turetta, a pochi metri da lui sul banco degli imputati, non lo ha mai incrociato con gli occhi, o così almeno è parso in queste prime battute della seconda udienza del processo, a Venezia. Turetta è rimasto quasi sempre con gli occhi bassi, alzando lo sguardo solo per rispondere con frasi brevi e confuse, alle domande del pm, ma tenendolo lontano dai banchi delle parti civili e dal pubblico.

09:28
"Ricordo che avevo il coltello in mano. Lei si opponeva, ho colpito a caso"

''Non lo so, forse l'ho colpita, può essere per questa…non mi ricordo se l'ho fatto o meno in quel momento, ricordo che avevo il coltello in mano e poi si è rotto il manico, forse l'ho colpita…''. Lo afferma Filippo Turetta imputato per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. In aula vengono mostrate le foto delle macchie di sangue lasciate sull'asfalto del parcheggio di Vigonovo (Padova), a 150 metri da casa Cecchettin dove avviene la prima aggressione. Turetta costringe la 22enne a salire in auto e qui ''devo essermi girato e - racconta in aula - devo averla colpita anche in macchina. Lei si muoveva e volevo farla stare ferma, l'ho colpita ma non ricordo come…forse un colpo sulla coscia, poi non lo so. Non ricordo quante volte, almeno una volta l'ho colpita poi non so dire quanto e dove…non guardando bene, davo colpi a caso''.

È nell'area industriale di Fossó (Venezia) che Giulia Cecchettin, che tenta la fuga, viene accoltellata a morte. ''Non lo so in quel momento lì, non lo so…lei si opponeva, non sarei riuscito mai a riportarla dentro in macchina''. Un racconto che cozza con l'idea di rapimento che l'imputato racconta e che, soprattutto, non spiega perché il ventiduenne sia sceso dall'auto con un nuovo coltello. La fuga con il corpo della laureanda in Ingegneria biomedica procede fino al lago di Barcis (uno dei luoghi indicati nella 'lista di preparazione', ndr), poi il viaggio di Turetta continua in solitaria tra le montagne - dove fallisce il suo proposito di suicidio - fino in Germania, dove si arrende a una settimana dal delitto.

09:25
L'aggressione in auto: "L'ho colpita perchè volevo farla stare ferma"

Filippo Turetta parla dei momenti dell'aggressione a Giulia Cecchettin nella sua auto avvenuta in due momenti, prima nel parcheggio di Vigonovo, poi nella zona industriale di Fossò, a pochi chilometri di distanza. "Deve esserci stato un momento in cui nel tragitto lei si muoveva e magari volevo farla stare ferma. Mi sono girato e l'ho colpita, una volta alla coscia, anche se non guardavo bene dove colpivo, un po' a caso", è la sua ricostruzione. Le domande del pm stanno entrando ora nel cuore della dinamica del delitto.

09:13
"Speravo di tornare insieme" a Giulia

“C'erano delle cose che mi portavano ad avere speranze di tornare insieme". Filippo Turetta spiega al pm che, nonostante i messaggi che si scambiava con Giulia Cecchettin delineassero un rapporto ormai incrinato, nutriva ancora la suggestione di ricucire il rapporto.

"Ma a quali elementi era agganciata questa speranza? Io non ne vedo", chiede il magistrato. "Comunque ci vedevamo e ci scrivevamo. A mia percezione, quando eravamo in presenza, fisicamente a volte percepivo certe cose, altre meno", ha risposto l'imputato.

09:01
Sguardo basso, parla senza nominarla

Un ragazzo e un padre. Un ventiduenne che con 75 coltellate ha stroncato la vita dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin e papà Gino che di un dolore inumano non ne ha fatto odio. Oggi, a quasi un anno dall'omicidio, siedono a pochi passi di distanza, in un'aula spoglia e senza gabbie. Davanti alla corte d'Assise di Venezia, l'uomo che in due anni ha perso moglie e figlia ha lo sguardo spesso puntato su chi siede al banco degli imputati, mentre Turetta tiene gli occhi sempre bassi, evita lo sguardo verso i banchi e il pubblico, e balbetta quasi nel ricostruire quanto accaduto prima e dopo l'11 dicembre del 2023. Sta parlando da oltre un'ora e non ha mai pronunciato il nome di Giulia.

08:52
La confessione: "Volevo rapirla, ucciderla e togliermi la vita"

 

''Ho ipotizzato di rapirla in macchina, di allontanarci insieme verso una località isolata così sarebbe stato possibile stare più tempo insieme e sarebbe stato più difficile trovarci, dopo inevitabilmente saremmo stati trovati. Poi aggredirla e togliere la vita a lei e poi a me…alla fine è per questo che ho cercato quei luoghi'' isolati. Lo sostiene Filippo Turetta, imputato per l'omicidio aggravato dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, nell'interrogatorio davanti alla corte d'Assise di Venezia.

08:36
Turetta ammette la premeditazione dell'omicidio

Filippo Turetta ha ammesso in aula di aver detto "una serie di bugie" nel primo interrogatorio con il pm Andrea Petroni. Oggi, anche alla luce dei memoriali fatti avere alle parti, ha dunque ammesso di aver premeditato l'omicidio di Giulia Cecchettin, così come gli viene contestato dalla procura. Turetta ha ammesso che da alcuni giorni precedenti il delitto aveva stilato la famosa "lista delle cose da fare", compreso prelevare contante con il bancomat, da gettare per far perdere le proprie tracce, così come aveva studiato in internet come evitare che la propria auto fosse individuata durante la fuga.

Nel primo interrogatori davanti agli inquirenti, Turetta aveva affermato che lo scotch era stato acquistato per "appendere manifesti", i coltelli perché "pensava di suicidarsi". Dalle ammissioni di Turetta emerge la conferma delle tesi di accusa secondo cui lo scotch serviva per legare Giulia e che i coltelli erano stati messi in auto ben prima dell'11 novembre, giorno del delitto. Di fatto, è emerso che tutta la vicenda è supportata - come da indagine - da una serie di atti preparatori, alcuni dei quali non messi in atto all'ultimo momento, ad esempio l'acquisto di altro materiale.

08:24
Turetta: "Ho mentito nel primo interrogatorio"

Filippo Turetta ammette di avere raccontato delle bugie nel primo interrogatorio, in particolare quando raccontò al pm di avere acquistato lo scotch nei giorni precedenti all'omicidio per la festa di laurea di Giulia Cecchettin. Il nastro adesivo, in realtà, gli sarebbe servito per far tacere la ragazza. "Nel primo interrogatorio non ho dato la risposta corretta ad alcune domande e di questo mi dispiace", afferma il 22enne richiamandosi anche a un memoriale che ha consegnato ai giudici in cui c'è un capitolo intitolato 'Perchè ho mentito'. In seconda fila, Gino Cecchettin ascolta con attenzione l'interrogatorio.

++ Turetta ammette la premeditazione, 'ho detto bugie' ++
Filippo Turetta durante l'interrogatorio come imputato nel processo per l'omicidio dell'ex fidanzata, Giulia Cecchettin
08:17
Memoria di 40 pagine, Turetta: "Scritta di getto, da febbraio e per tutta l'estate"

Il pm ha chiesto a Turetta quando avesse iniziato a scrivere appunti su quello che stava progettando: "Ho iniziato a farlo il 7 novembre (2023, ndr) perchè ho cominciato a pensare, avevo tanti pensieri sbagliati", ha risposto l'imputato. L'omicidio della studentessa avvenne tre giorni dopo, l'11 novembre. Turetta ha spiegato di aver scritto la memoria depositata oggi al processo e le lettere precedenti "in più volte nel tempo, ricostruendo quanto era accaduto, per mettere ordine. Ho cominciato a febbraio-marzo, e ho proseguito tutta l'estate, fino a questi giorni. Prima ho scritto di getto, poi ho riletto e messo in ordine quelle parti che di getto non avrei potuto scrivere".

08:10
Elena Cecchettin: "Non partecipo al processo, continuo ad avere incubi"

Elena Cecchettin non è in aula ad ascoltare Filippo Turetta nel processo che lo vede accusato dell'omicidio della sorella Giulia. "Oggi e lunedì 28 ottobre non sarò presente in aula - scrive sui social-. Non per disinteresse, ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, 11 mesi che il mio sonno è inesistente o irrequieto".

"La mia salute mentale - continua il post - e soprattutto quella fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell'ultimo anno. Seguirò a distanza anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò. Sarebbe per me una fonte di stress enorme e dovrei rivivere nuovamente tutto quello che ho provato a novembre dell'anno scorso. Semplicemente non ne sono in grado". E ancora. "Sono umana, e come tutti non sono invincibile", conclude.

Il post sui social di Elena Cecchettin (a destra)
Il post sui social di Elena Cecchettin (a destra)
08:02
Turetta: "Ero arrabbiato, ho pensato di toglierle la vita"

"Quando ho scritto quella lista avevo ipotizzato il piano di rapirla, stare con lei qualche tempo e poi farle del male e toglierle la vita". Filippo Turetta risponde così alla domanda del pm Andrea Petroni sul perchè avesse compilato un elenco di cose da comprare, tra i quali lo scotch e i coltelli, indice della premeditazione, per la Procura, dell'omicidio di Giulia Cecchettin. L'imputato parla a testa bassa, la sua narrazione è spesso interrotta da momenti di titubanza.

''Ero arrabbiato, avevo tanti pensieri, provavo un risentimento che avessimo ancora litigato, che fosse un bruttissimo periodo, che io volessi tornare insieme e così…non lo so…in un certo senso mi faceva piacere scrivere questa lista per sfogarmi, ipotizzare questa lista che mi tranquillizzava, pensare che le cose potessero cambiare'' aggiunge l'imputato. ''Era come se ancora non la dovessi definire, ma l'avevo buttata giù''.

08:00
"Avevo ipotizzato di rapirla"

"Quando ho scritto quella lista avevo ipotizzato il piano di rapirla, stare con lei qualche tempo e poi farle del male e toglierle la vita". Filippo Turetta risponde così alla domanda del pm Andrea Petroni sul perché avesse compilato un elenco di cose da comprare, tra i quali lo scotch e i coltelli, indice della premeditazione, per la Procura, dell'omicidio di Giulia Cecchettin. L'imputato parla a testa bassa, la sua narrazione è spesso interrotta da momenti di titubanza.

07:53
Turetta al giudice: "Voglio raccontare tutto quello che è successo"

 

Risposte incerte, sguardo basso, Filippo Turetta, imputato per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, parla con frasi brevi, incespica, sembra confuso e tiene lontano lo sguardo dai banchi e dal pubblico. ''Voglio raccontare tutto quello che è successo'' dice davanti alla corte d'Assise di Venezia spiegano che le sue diverse memorie scritte nascono dal ''mettere per iscritto le cose che mi venivano in mente, alcune cose non me la sentivo di descriverle sul momento''.

++ Turetta ammette la premeditazione, 'ho detto bugie' ++
Filippo Turetta durante l'interrogatorio in aula
07:51
Turetta è entrato in aula, in mano una cartelletta con i documenti

Filippo Turetta è entrato poco fa nell'aula della Corte d'Assise di Venezia dove sarà interrogato come imputato nel processo per l'omicidio dell'ex fidanzata, Giulia Cecchettin. In aula, davanti a lui, tra le parti civili, è presente anche il papà della ragazza, Gino Cecchettin. E'' la prima volta che Turetta esce dal carcere - è rinchiuso da un anno a Verona - dopo l'arresto avvenuto in Germania il 19 novembre 2023.

ilippo Turetta, scortato dalla polizia penitenziaria, era vestito con pantaloni neri ed una felpa grigia con cappuccio, in mano una cartellina con alcuni documenti. Prima di sederi accanto al legali di fiducia, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, ha girato un paio di volte il capo guardandosi attorno, incrociando lo sguardo con il collegio presieduto da Stefano Manduzio, e apparentemente non notando la presenza di Gino Cecchettin.

07:30
Filippo deposita una memoria di 40 pagine

"Filippo depositerà uno scritto di circa 40 pagine in cui a mente fredda cerca di ricostruisce punto per punto i suoi ricordi e di aggiungere o integrare quanto detto durante i lunghi interrogatori". Lo ha detto il suo difensore, l'avvocato Giovanni Caruso, all'arrivo in Corte d'Assise a Venezia. Qui fra poco si aprirà la nuova udienza del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, durante la quale l'imputato risponderà per la prima volta alle domande di accusa, difesa e parti civili. Come sta Turetta? "È un coniglio bagnato, si può dire?", la risposta di Caruso.

07:07
Turetta sarà interrogato: ecco i punti che dovrà chiarire in aula

Filippo Turetta sta per varcare l'ingresso dell'aula della corte d'Assise di Venezia dove è pronto a essere interrogato. Sarà un'udienza ad alta tensione emotiva quella di oggi, davanti alla corte presieduta dal giudice Stefano Manduzio, per il 22enne imputato per l'omicidio aggravato dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Dopo la lunga e dettagliata confessione resa subito dopo l'arresto, oggi per la prima volta lo studente mostra il suo volto ai giornalisti ma, soprattutto, incrocerà lo sguardo di Gino Cecchettin, padre della vittima, che dall'11 novembre scorso cerca un perché alla morte della figlia. L'imputato – dopo aver depositato nei giorni scorsi una memoria – dovrà ricostruire come ha conosciuto Giulia, dovrà spiegare quando l'amore è diventato possesso e perché quella sera, dopo aver parcheggiato l'auto a 150 metri da casa Cecchettin, ha deciso – di fronte al rifiuto di Giulia di tornare insieme – di accoltellarla 75 volte.

Al pm Andrea Petroni dovrà chiarire ogni aspetto della prima aggressione a Vigonovo (Padova), dei colpi mortali sferrati nella zona industriale di Fossó (Venezia), della fuga di cento chilometri fino al lago di Barcis (Pordenone) dove si disfa del corpo della 22enne laureanda in Ingegneria biomedica, della resa in Germania, dopo una settimana di fuga. Sarà difficile per Turetta trattenere le lacrime, anche quando proverà a chiedere scusa per un gesto a cui lui stesso non sa dare un perché.

Un delitto confessato, ma non preordinato a suo dire. Nessun piano studiato, niente raptus o blackout ma una rabbia sorda che lo ha armato. La premeditazione, invece, esiste per l'accusa: Turetta spiava la vittima con un'applicazione sul cellulare, avrebbe comprato in precedenza il nastro adesivo per impedirle di urlare, preparato vestiti, soldi e provviste per scappare, studiato mappe per nascondere il corpo e agevolare la fuga. Tutti elementi che insieme a una confessione piena possono costargli l'ergastolo.

turetta cecchettin
Cosa è successo l'11 novembre 2023: la ricostruzione dell femminicio di Giulia Cecchettin
06:46
Il difensore: "Turetta sarà presente in udienza"

Filippo Turetta sarà presente per la prima volta in un'aula di Tribunale, nella seconda udienza del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, in corso a Venezia. Lo ha confermato Giovanni Caruso, difensore dell'imputato. "Alla luce delle numerose richieste pervenute, Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta conferma che l'imputato sarà presente in udienza davanti alla corte d'Assise e si sottoporrà all'interrogatorio”, fa sapere il legale in una nota.

Difensore Turetta, 'possibile non si presenti mai in aula'
Giovanni Caruso, l'avvocato difensore di Filippo Turetta
06:30
Turetta, la nota sul cellulare: "Legare caviglie, togliere scarpe, fare il pieno"

"Legare caviglie, togliere scarpe, fare il pieno": queste e altre le azioni e le parole elencate in una nota contenuta nel cellulare di Filippo Turetta intorno a cui ruota il "nodo cruciale della premeditazione", come ricostruisce il servizo del TG1 sull'udienza di oggi. Per la prima volta Filippo Turetta sarà in aula a Venezia e, fanno sapere i suoi legali "ha intenzione di parlare" e ricostruirà la sera e la notte dell'11 novembre quando ha ucciso a coltellate, come confessato, la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. In aula ci sarà anche il papà di Giulia, Gino. È la prima volta che Turetta lascia il carcere di Verona; il pm Andrea Petroni gli contesta l'omicidio volontario aggravato e, tra l'altro, la premeditazione. La sorella di Giulia, Elena, su Fb ha postato una foto insieme con la sorella: 'Mi manchi', 'Vorrei che mi dicessi che torni a casa', ha scritto.

Filippo Turetta e Giulia Cecchettin
Filippo Turetta e Giulia Cecchettin