REDAZIONE CRONACA

Omicidio di Favara, ucciso ex presidente del consiglio comunale: fermato l'ex suocero

Nell'auto dell'uomo trovate tracce di polvere da sparo. Secondo l'accusa l'omicidio sarebbe maturato per diverbi economici

Il luogo dov'è stato ucciso Salvatore Lupo (nel riquadro)

Favara (Agrigento) - Svolta nelle indagini sull'omicidio dell'ex presidente del consiglio comunale di Favara, Salvatore Lupo, 45 anni, ucciso con tre colpi di pistola il pomeriggio del 15 agosto all'interno di un bar nel centro del comune dell'Agrigentino. I carabinieri della Compagnia di Agrigento hanno eseguito questa mattina un fermo - firmato dal Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e dai Sostituti procuratori Paola Vetro e Chiara Bisso - nei confronti dell'ex suocero di Lupo, Giuseppe Barba, di 66 anni. 

"Le indagini , svolte in un clima di massima omerta', continuano ancora nel massimo riserbo", ha detto il procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, subito dopo l'esecuzione del fermo, firmato dallo stesso capo dei pm e dai sostituti Paola Vetro e Chiara Bisso. "Le indagini - ha sottolineato Patronaggio - hanno permesso di accertare che l'indagato si trovava a bordo della sua autovettura sul luogo e nelle ore del delitto e le successive indagini tecniche hanno, inoltre, evidenziato cospicue tracce di polvere da sparo sulla stessa autovettura". Pubbliche offese personali e grossi contrasti economici connessi alla separazione fra il 45enne e la moglie costituiscono secondo gli investigatori il movente del gesto.   Il procuratore ha aggiunto: "La conoscenza da parte dell'indagato di indagini a suo carico e la possibilita' di trovare rifugio all'estero hanno indotto infine a disporne il fermo".

L'omicidio in un bar a Ferragosto

L'omicidio è avvenuto il giorno di Ferragosto intorno alle 18 in un bar del paese: il killer ha atteso che l'uomo uscisse dal bagno e poi lo ha affrontato, sparandogli a pochi centimetri di distanza, prima di allontanarsi. Dalla testimonianza del barista non erano però arrivati elementi utili all'identificazione del sicario che aveva agito indisturbato in un locale praticamente deserto.

L'appello del sindaco

Un appello a collaborare nelle indagini era subito arrivato dal sindaco dimissionario Anna Alba: "Chiunque avesse visto qualcosa, anche quello che può sembrare un piccolo indizio o un dettaglio insignificante si rivolga, con fiducia estrema, ai carabinieri. E lo faccia, se vuole, anche in forma anonima. Dia la possibilità agli investigatori di procedere celermente nelle indagini e dia la possibilità a questa comunità, che sta facendo tanti sforzi, di non essere etichettata come omertosa. Non ci sarà nulla che potrà lenire la perdita di un genitore - aveva aggiunto l'ex amministratore - ma aiutiamo, aiutate a fare giustizia. Io, così come tanti miei concittadini, ho fiducia negli investigatori e negli inquirenti". E ancora: "È molto triste, e questo mi provoca anche rabbia, che questo Comune non abbia potuto permettersi una videosorveglianza. Forse un sistema pubblico di telecamere avrebbe potuto essere determinante nell'inchiesta. Abbiamo sempre chiesto un maggior supporto, una maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio, ma certamente fatti del genere, che sembrerebbero essere stati pianificati, non si sarebbero potuti evitare. Non potevamo, del resto, avere l'Esercito ad ogni angolo della strada".