LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Usura, la minaccia si rafforza: gli occhi della Banca d’Italia su oltre 17mila attività lombarde

Debiti da oltre 30mila euro: così finiscono nell’archivio della Centrale del Rischio. A Varese, Milano e Como dati in crescita

NEGOZI FALLITI

La situazione debitoria di molte attività rischia di portare alla chiusura

Milano – Si rafforza la minaccia dell’usura. La Centrale dei Rischi della Banca d’Italia, il grande archivio sui debiti di famiglie e imprese nei confronti del sistema bancario e finanzario, conta circa 118mila attività potenzialmente a rischio.

A segnalarle sono gli intermediari (banche e finanziarie su tutti): l’allarme scatta quando il debito supera 30mila euro. Una soglia che scende a 250 in caso di situazioni di sofferenza. Il 15% di queste realtà è lombardo: 17.624. Il dato è in linea con quello di un anno fa (17.794, -1%) in un panorama nazionale che ha visto una nuova impennata (+2.600) dopo anni di flessione. Tuttavia, in termini sia di valori assoluti, sia di rapporto sul totale rappresenta il valore lombardo è il più elevato.

Artigiani, commercianti, piccoli imprenditori. Sono soprattutto loro, secondo l’ufficio studi della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre) che ha elaborato i dati della Banca d’Italia aggiornati al 30 giugno, a essere più esposti agli usurai, pronti a offrire subito soldi in prestito da restituire con tassi fuori mercato A livello provinciale, lo scenario più preoccupante si delinea a Varese: 1.331 imprese sono sotto la lente della Banca d’Italia, 30 in più di un anno fa con un incremento del 2,3% in dodici mesi. Segue la provincia di Milano, la più rappresentata nella Centrale dei Rischi con il 5,8% del totale nazionale (ma anche quella con più attività): qui l’aumento rispetto al 30 giugno 2023 è dell’1,9%. Al terzo posto si trova il Comasco: 891 attività, 9 in più di un anno fa (+1%). Pavia conta 1.056 realtà imprenditoriali attenzionate, 10 in meno del 2023 (-1%), Mantova 751 (-9, l’1,2% in meno), Brescia 2.364 (-28, l’1,2% in meno), Monza 1.267 (-18, -1,4% in meno). A Cremona (569 imprese) e Lecco (515) la diminuzione è rispettivamente del -5,2% (-31) e -6,4% (-35). Bergamo e Sondrio segnano l’inversione di tendenza più decisa rispetto al trend nazionale, con riduzioni del -7,8% (1.535 attività, -130) e -17,9% (156, -34).

Chi finisce nella ‘black list’ della Centrale dei Rischi difficilmente può ricevere credito dal sistema bancario e si espone al rischio di chiudere o cedere alla tentazione dei soldi degli usurai. “Gli imprenditori che vengono segnalati alla Centrale Rischi della Banca d’Italia non sempre lo devono a una cattiva gestione finanziaria della propria azienda – sottolinea lo studio della Cgia –. Nella maggioranza dei casi questa situazione si verifica in seguito all’impossibilità da parte di molti piccoli imprenditori di riscuotere con regolarità i pagamenti dei propri committenti o per essere “caduti” in un fallimento che ha coinvolto proprio questi ultimi”.