La volonta politica c'è, ora bisogna trovare il modo per superare le "difficoltà tecniche" indicate dal commissario Figliuolo per vaccinare gli italiani residenti all'estero iscritti all'Aire ma rientrati in patria nell'ultimo anno o impossibilitati a tornare nei Paesi di residenza in virtù delle restrizioni da lockdown o del cancellamento di molti voli. Perché con l'iscrizione all'Aire (anagrafe italiani residenti all'estero) si perde, insieme al tesserino sanitario, il diritto alle prestazioni sanitarie e ospedaliere in Italia, a meno che abbiano carattere di urgenza. Ma la pandemia e le sue conseguenze su lavoro e sposatamenti hanno rimescolato le carte, creando di fatto un "vuoto" pericoloso, dal momento che dei circa 5 milioni di italiani Aire centinaia di migliaia - i numeri non sono ufficiali naturalmente - negli ultimi mesi sono tornati in Italia, per assistere i famigliari o per aver perso l'impiego all'estero, per esempio. Privarli del diritto al vaccino significa mettere a repentaglio non solo la loro salute ma anche quella degli altri. Tale vuoto è stato colmato due giorni fa in Senato con l'approvazione di un ordine del giorno proposto da Italia Viva: i "rimpatriati" che rientrano nelle categorie di volta in volta interessate dalla campagna vaccinale potranno accedere alla somministrazione. Ma senza tesserino sanitario, medico di base e tante volte pure il codice fiscale l'operazione diventa complicata da un punto di vista burocratico, dall'identificazione in fase di prenotazione alla certificazione: bisognerà creare un "corridoio" procedurale.
L'odissea
"Ho tentato di prenotarmi dal 2 Aprile per la vaccinazione Anti-Covid-19 ma ho sempre ricevuto dinieghi perchè non esiste una normativa - ci ha scritto un pensionato lombardo residente in Portogallo con la moglie ma domiciliato in provincia di Bergamo attualmente - Mi sono visto rifiutare l'accesso causa la non accettazione del mio numero di Tessera Sanitaria, che scade però nel 2022. Per avere il vaccino dovrei tornare in Portogallo ma i voli sono bloccati. Nessuno riesce a darmi informazioni". Lo sfogo di questo lettore non è certo una voce isolata.
L'ordine del giorno
"Tutti hanno diritto a ricevere il vaccino. Preservando così se stessi. E le persone che hanno intorno", ha dichiarato la senatrice Laura Garavini, Vicepresidente commissione Esteri e Vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi. "L'obiettivo della campagna vaccinale - aggiunge - deve essere immunizzare il più rapidamente possibile tutte le categorie prioritarie. Permettendo che la vaccinazione sia consentita anche nel territorio in cui la persona si trova, indipendentemente dal luogo di residenza. Ad esempio un insegnante che lavori nel Lazio, pur risiedendo in un'altra regione. Oppure gli italiani all'estero, regolarmente iscritti all'Aire, che si trovino temporaneamente in Italia".