Milano, 29 gennaio 2021 - E' attesa in giornata l'autorizzazione dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) al vaccino AstraZeneca-università di Oxford contro Covid-19. L'annuncio è atteso alle una conferenza-stampa della stessa Ema annunciata per le 15. Il Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell'Ema è riunito da inizio settimana per valutare la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio per il vaccino anti-Covid sviluppato da AstraZeneca e dall'Università di Oxford, ricorda l'Ema, che aggiunge: "A condizione che i dati presentati sulla qualità, la sicurezza e l'efficacia del vaccino siano sufficientemente solidi e completi e che l'azienda fornisca prontamente qualsiasi informazione aggiuntiva richiesta".
Continua nel frattempo il braccio di ferro tra AstraZeneca e la Commissione Europea, che ha minacciato di introdurre vincoli all'esportazione delle dosi prodotte nell'Unione Europea, di fronte a sospetti che almeno uno dei produttori (soprattutto Astra Zeneca) potrebbe aver scelto di non onorare il contratto con l'UE nel primo trimestre 2021 per dirottare la produzione su altri paesi. La Commissione ha richiesto informazioni su quante dosi sono state prodotte e a chi sono state consegnate, e il commissario Kyriakides ha definito "non soddisfacenti le risposte ricevute dalla societa". Intanto la presidenza del Consiglio ha annunciato che le somministrazioni di vaccini anti-Covid eseguite in Italia hanno superato quota 1,7 milioni (1.700.625) di cui 381.837 seconde dosi.
I rapporti tra AstraZeneca e la Ue intanto restano ai minimi storici a causa anche delle dichiarazioni del manager francese Pascal Soriot. Nei giorni scorsi l'amministratore delegato della multinazionale del farmaco aveva respinto al mittente le accuse della Commissione sui ritardi nella consegna dei vaccini. Soriot ha spiegato che tali ritrardi non possono essere imputabili alla sua società - e quindi nemmeno impugnabili in una vertenza, che peraltro nessuno vuole - perché prima vanno soddisfatte le richieste della Gran Bretagna, il cui contratto è stato fimrato mesi prima di quello europeo. Tutto questo rischia di creare i primi attriti economici tra Regno Unito e Ue all'indomani della Brexit.
A buttare benzina sul fuoco arrivano le dichiarazioni di Angela Merkel, che alla Bild ha definito la variante britannica del virus "una polveriera". La cancelliera tedesca, allarmata dallo sviluppo della pandemia in Germania dove la variante inglese del virus ha portato a un'impennata dei contagi, sta pensando di inasprire la misure anti-contagio arrivando ad affermare che "dobbiamo fare in modo che la circolazione degli aerei sia talmente limitata che non si possa andare più da nessuna parte".