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Vaccino vaiolo delle scimmie, boom di prenotazioni in Lombardia. Pregliasco: fermarlo ora

Hanno chiesto la somministrazione più di mille persone in due ore. L'infettivologo: può diffondersi come il Covid

Vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie al via:  alle 17.30 di oggi sul portale regionale della Lombardia, risultano già prenotate circa 1.421 persone. Entro sera saranno già state somministrate 80 dosi negli ospedali Sacco, Policlinico, San Raffaele e Santi Paolo e Carlo di Milano. In vista dell'esaurimento delle prime 2.000 dosi inviate dal Ministero della Salute, la Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia ha già chiesto ulteriori forniture di vaccini. "Considerata l'elevata adesione alla prenotazione - ha sottolineato la vicepresidente ed assessore al Welfare Letizia Moratti - ho dato disposizione alla Direzione Generale di attivarsi subito per richiedere la fornitura di ulteriori dosi di vaccino al Ministero della Salute. La raccolta delle prenotazioni proseguirà oltre le 2.000 dosi attualmente disponibili, formando una eventuale lista di attesa che sarà smaltita non appena Regione Lombardia verrà rifornita. Anche in questa occasione il forte senso civico dei cittadini lombardi si è confermato encomiabile".

Sulla diffusione del vaiolo delle scimmie in Italia, e su come fermarla, è intervenuto Fabrizio Pregliasco: "Dobbiamo iniziare il tracciamento in questa fase iniziale, in cui i casi sono pochi", ha detto il virologo, direttore sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi e professore del dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università degli Studi di Milano. "Dobbiamo parlarne, comunicare la presenza di questa patologia affinché ci possa essere da parte dei singoli soggetti, affetti o che presumono di esserne affetti, la possibilità di farsi controllare e permettere un tracciamento, che è quello che abbiamo iniziato a fare con il Covid, ma che poi è stato impossibile - spiega Pregliasco-. Per il vaiolo delle scimmie dobbiamo farlo ora, in questa fase iniziale, perché in Italia ad oggi sono poco meno 600 i casi, e quindi, come ordine di grandezza ancora pochi, per limitare la diffusione. Inoltre, oggi c'è l'opportunità della vaccinazione".

Il vaiolo delle scimmie, evidenzia il professore della Statale "è una patologia che è riuscita a diffondersi in modo sotterraneo, da una situazione di 'endemia' in contesti come l'Africa, dove purtroppo questa malattia è presente, e dove gli elementi di rischio sono il morso di animali infetti e il contatto inter-umano, anche familiare In Europa e negli Stati Uniti il virus si è, invece, adattato: non ha più quelle caratteristiche così evidenti di vescicole su tutto il corpo o sul palmo delle mani, ma presenta manifestazioni meno evidenti, con qualche vescicola al pube e poco più".

Quindi, prosegue Pregliasco, "è una patologia che può diffondersi come il Covid, perché non macroscopicamente riconoscibile e visibile". Ad oggi, precisa l'esperto, "la via di trasmissione principale, al là dell'Africa dove c'è il morso degli animali infetti, è quella di contatto sessuale, e, la casistica attuale nelle zone non endemiche, è legata a uomini che fanno sesso con altri uomini, in particolare coloro che hanno pluri-partner, che è un elemento di rischio come per l'Aids". Ad oggi, dice ancora  Pregliasco, "non è presumibile che arriveremo a una vaccinazione universale, obbligatoria, con Green Pass o altro, per non ritornare a quegli elementi divisivi che hanno reso difficile e complicata la campagna vaccinale Covid, ma una vaccinazione mirata verso i soggetti a rischio, indicati in una circolare ministeriale". Contro il vaiolo delle scimmie, la "vaccinazione che è già iniziata in Italia, nelle Regioni dove c'è il maggior numero di casi, nell'ambito dei servizi riguardanti le malattie a trasmissione sessuale e indicata a soggetti a rischio", conclude l'epidemiologo, sollecitandone l'adesione.