È per la prima volta in calo il numero di nuovi casi settimanali di vaiolo delle scimmie registrati nel mondo. Nella settimana tra il 29 agosto e il 4 settembre la diminuzione è del 25,5% rispetto alla settimana precedente: i casi sono stati 5.029 in 7 giorni contro i 6.746 della settimana 22-28 agosto. E la maggior parte di queste infezioni nelle ultime 4 settimane è stata segnalata dalla Regione delle Americhe (70,7%), seguita dalla Regione europea (28,3%).
Il dato emerge dal report dell’Organizzazione mondiale della sanità che fotografa l’andamento di monkeypox nell’ambito del maxi focolaio che nel 2022 ha coinvolto 102 Stati in tutte le 6 regioni dell’Oms. Al 5 settembre il totale dei casi confermati in laboratorio e segnalati all’Oms ha raggiunto quota 52.997, ai quali si aggiungono 398 casi probabili. Sono 18 i morti. I 10 Paesi più colpiti sono: Stati Uniti (19.351 casi), Spagna (6.645), Brasile (5.197), Francia (3.646), Germania (3.493), Regno Unito (3.413), Perù (1.546), Canada (1.289), Paesi Bassi (1.172) e Portogallo (871).
Insieme, questi paesi rappresentano l’88% dei casi segnalati a livello globale. Negli ultimi 7 giorni, 25 Paesi hanno riportato un aumento del numero settimanale di casi, con l’aumento più alto registrato in Colombia; 27 Paesi non hanno segnalato infezioni negli ultimi 21 giorni; 1 Paese - Sud Sudan - ha segnalato il suo primo caso.Quanto al profilo dei pazienti, il 98,2% dei casi con dati disponibili sono maschi, età mediana 36 anni. “I maschi tra i 18 e i 44 anni continuano a essere colpiti in modo sproporzionato da questo focolaio poiché rappresentano il 77,9% dei casi”, osserva l’Oms.
Di tutti i casi con dati disponibili, l’1,8% sono donne. Fra i casi di cui è nota l’età lo 0,6% risulta essere under 18 (163), di cui 43 con età compresa tra 0 e 4 anni (0,2%), la maggior parte di questi casi under 18 è localizzata nella regione africana (40%). Nessuno di questi segnala un’esposizione avvenuta in ambiente scolastico. Tra i casi in cui viene specificato l’orientamento sessuale, il 95,2% si è identificato come uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (l’1,7% si definisce bisessuale).
Tra i casi per cui è noto lo stato Hiv, il 44,9% risulta essere sieropositivo al virus dell’Aids. Ci sono anche operatori sanitari tra i casi segnalati e sono in tutto 313. Tuttavia, la maggior parte si è infettata in comunità e sono in corso ulteriori indagini per determinare se nei casi restanti ci sia stata un’esposizione al virus per motivi professionali. Al momento di tutti i tipi di trasmissione segnalati è l’incontro sessuale il più comune (91%).