
Studio veterinario (foto di repertorio)
Pavia, 19 dicembre 2023 - Avrebbe continuato ad approfittare della scarsa disponibilità economica delle persone che si rivolgevano a lui per curare i propri animali, nonostante fosse già stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione nel 2017 per uccisione e maltrattamento di animali, all’esito di un processo in cui Lav si è costituita parte civile, e radiato dall’Ordine dei medici veterinari nel 2015
Quel processo aveva portato alla luce sevizie inenarrabili agli animali: privazione di acqua e cibo a cani e gatti in degenza, mancata somministrazione di antidolorifici ad animali sofferenti, interventi chirurgici con dosi di anestesia insufficienti, gatti presi a calci e lanciati contro il muro, cuccioli di cane e gatto uccisi dentro sacchetti della spazzatura, animali malati terminali chiusi direttamente nel congelatore, un gatto ucciso a colpi di martello.
Condanna e radiazione non avrebbero fermato l’ex veterinario Giuseppe Genta che, a seguito della denuncia di Lav depositata a luglio 2021, si trova ancora a rispondere dei reati di maltrattamento e uccisione di animale, nonché di esercizio abusivo della professione. Ha infatti preso il via ieri al tribunale di Pavia il procedimento penale che, oltre all’ex veterinario, coinvolge altri tre imputati, tra cui una veterinaria accusata di aver consentito e agevolato l’attività illecita di Genta.
Il corposo fascicolo d’indagine sulle condotte illecite è stato aperto anche grazie alle attività della sede Lav dell’Oltrepò Pavese, che ha raccolto le testimonianze della famiglia della cagnolina Cocò, morta stando all’accusa dopo atroci sofferenze a seguito di un intervento di sterilizzazione praticato da Genta in un’abitazione privata e in condizioni igieniche precarie.
“La condotta di Genta, per come anche descritta nel capo d’imputazione, appare gravissima, ancora di più perché si tratta di un ex veterinario che, nonostante la radiazione, avrebbe approfittato della difficoltà economica delle persone rivoltesi a lui e cagionato la sofferenza e la morte degli animali coinvolti, sembrando quasi farsi beffe della giustizia che lo ha già condannato – sottolinea Lav – Casi come questo evidenziano l’importanza di una revisione delle normativa fiscale sulle prestazioni veterinarie che hanno spesso costi proibitivi e inducono chi vive in condizione di disagio economico a cadere nelle mani di truffatori scendendo a compromessi che risultano fatali per gli animali”.