REDAZIONE LECCO

Terrore in un macello del Lecchese: tentano di strangolare e accoltellare un veterinario durante un controllo sanitario

Denuncia del sindacato Sivemp: aggrediti dal personale tre medici che stavano eseguendo l’ispezione. Uno rischia di essere linciato prima di trovare riparo. L’Ats ha sospeso l’attività di macellazione a tempo indeterminato

L'aggressione è avvenuta durante un controllo in un macello da parte di 3 veterinari inviati da Ats. Uno ha rischiato di essere linciato

L'aggressione è avvenuta durante un controllo in un macello da parte di 3 veterinari inviati da Ats. Uno ha rischiato di essere linciato

Si è sfiorata la tragedia martedì scorso in un impianto di macellazione della provincia di Lecco dove un medico veterinario è stato vittima di un tentativo di strangolamento e accoltellamento durante l'espletamento delle sue funzioni ispettive. Lo rende noto il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica (Sivemp), precisando che l'aggressore è un soggetto appartenente al personale dello stabilimento stesso.

Aggressione durante la seduta di macellazione

Dei tre medici veterinari ufficiali presenti durante la seduta di macellazione, due hanno subito l'aggressione verbale e fisica e solo per caso non è accaduto il peggio. Uno di loro, prosegue il sindacato, è stato vittima di un tentativo di strangolamento e accoltellamento perpetrato in rapida successione - non una ma due volte - prima che i medici veterinari potessero trovare riparo.

Reazioni e misure di sicurezza

Intervenute le forze dell'ordine che indagano per tentato omicidio, la direzione del Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli alimenti di origine animale della Ats ha disposto la sospensione delle attività di macellazione a tempo indeterminato, fino a che l'azienda da cui dipende il macellatore non abbia garantito condizioni di sicurezza che possano essere valutate come congrue e soddisfacenti da parte della stessa Azienda sanitaria.

L'accaduto, sottolinea la Sivemp, "pone in chiara evidenza come le nuove misure fin qui disposte potranno forse essere efficaci nel contrasto alle aggressioni in luoghi chiusi e protetti, quali ospedali o presidi sanitari ove stazionino forze di polizia, mentre nulla invece è stato fatto di efficace a tutela di chi opera sul territorio, a volte in realtà ostili perché sottoposte a misure di restrizione sanitaria e rischia di essere aggredito sino alle più gravi conseguenze svolgendo attività ispettive e di controllo evidentemente ormai sempre più ostacolate con violenza su tutto il territorio nazionale".

Dichiarazioni del Sivemp

"Il Sivemp - dichiarano il segretario nazionale Aldo Grasselli e il segretario regionale Gian Carlo Battaglia - ha sollevato questa criticità ormai da molti anni e, nonostante l'attivazione dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, siamo costretti a constatare che nulla viene osservato né tanto meno agito". "La nostra organizzazione - concludono - è al fianco dei colleghi aggrediti e offrirà ogni tutela in tutte le sedi opportune".