REDAZIONE CRONACA

Zanzare anche d’inverno, allarme di Pregliasco: “Possibile l’arrivo di infezioni mai viste”

Secondo il virologo il fenomeno faciliterà la diffusione di tutte le malattie a trasmissione vettoriale: dalla Dengue a Zika, dalla Chikungunya a West Nile, dalla malaria alla febbre gialla

Il virologo Fabrizio Pregliasco lancia l'allarme per la presenza di zanzare anche d'inverno

Il virologo Fabrizio Pregliasco lancia l'allarme per la presenza di zanzare anche d'inverno

Milano, 12 febbraio 2024 – “Zanzare quattro stagioni”, che non temono l’inverno, tanto più che le temperature rigide sono di breve durata e spesso solo un lontano ricordo. E difatti la loro presenza è diventata ormai fissa in Lombardia, con pericolose conseguenze per la salute. A lanciare l’allarme è Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi, prospettando fra le insidie di queste “punture 12 mesi l’anno” anche l'arrivo di infezioni mai viste alle nostre latitudini o il ritorno di altre eradicate da tempo.

Zanzara d’inverno, “aumenta la diffusione delle malattie a trasmissione vettoriale"

 Il fenomeno, secondo il virologo "faciliterà la diffusione di tutte le malattie a trasmissione vettoriale: dalla Dengue a Zika, dalla Chikungunya a West Nile, ma anche la malaria o la febbre gialla. E nel futuro diventerà un problema. Assistiamo a una situazione davvero particolare rispetto al passato", osserva l'esperto. "Ormai basta uno pneumatico abbandonato, un po' di acqua nel sottovaso, per veder proliferare zanzare. Se tutto questo accadrà in tutte le stagioni –  avverte Pregliasco – non potrà fare altro che aumentare l'incidenza di casi autoctoni di tutte le malattie a trasmissione vettoriale".

Pregliasco: “La stagione influenzale non è ancora finita”

Ma non è tutto. Parlando della stagione influenzale, Pregliasco sottolinea che non è ancora finita. Prima di archiviare quella che è stata “bollata” da più parti come la peggiore influenza degli ultimi 15 anni, "dovremo aspettare ancora qualche settimana", sottolinea l’esperto. "Alla luce dei continui sbalzi termici e di una stagione invernale particolarmente strana, con temperature ballerine, quello che dobbiamo aspettarci è una diminuzione meno progressiva dei casi e un raggiungimento di oltre 15 milioni, e forse un po' di più, di casi complessivi" di sindromi simil-influenzali. Lo sottolinea il virologo, chiamando in causa "questa condizione meteorologica" caratterizzata da un ‘up and down’ termico "che facilita la diffusione dei vari virus respiratori tra cui anche i cosiddetti ‘virus cugini’, creando uno strascico rilevante".

Gli effetti del cambiamento climatico sui malanni stagionali

L'Osservatorio influenza di cui Pregliasco è direttore scientifico invita a riflettere sulle "prospettive di cambiamento climatico e di innalzamento della temperatura globale" e sulle loro possibili conseguenze: "Una situazione che potrebbe andare a tropicalizzare l'andamento delle infezioni respiratorie". Queste malattie "ai tropici non hanno quei picchi classici tipici nel nostro inverno, ma piuttosto una situazione di presenza più costante". Secondo l’esperto nei prossimi anni si dovrà “pianificare in modo più ampio anche la campagna vaccinale tenendo conto non solo dei cambiamenti climatici, ma anche di nuovi virus come le varianti del Covid, che non evidenziano un collegamento con la meteorologia né hanno una stagionalità come l'influenza”.