
Nino Castelnuovo
"Un “fuoriclasse“ del palcoscenico teatrale e della macchina da presa": così Matteo Forte, direttore del Lirico e del Nazionale, ricorda l’attore Nino Castelnuovo - al secolo Francesco Castelnuovo - scomparso a Roma all’età di 84 anni, dopo una lunga malattia. "Professionalmente ineccepibile e mai sopra le righe, ha avuto in Milano e nel teatro milanese il suo trampolino di lancio. Ci mancherà e faremo in modo di organizzare un evento per ricordarlo", annuncia Forte.
Nato a Lecco, il 28 ottobre 1936, secondogenito di quattro fratelli, la sua carriera si è intrecciata indelebilmente alla figura di Renzo Tramaglino: indimenticabile (e insuperata) la sua interpretazione ne I promessi sposi, film diretto da Sandro Bolchi e andato in onda su Rai1 nel 1967. Paolo VI lo volle conoscere proprio dopo aver visto I promessi sposi, aveva raccontato fiero in occasione di diverse interviste. "Un grande attore. Un artista che sia nel teatro, sia nel cinema ha regalato interpretazioni uniche", ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ricordando la città dei Promessi Sposi che gli ha dato i Natali e quella "magistrale interpretazione" che "rimarrà un punto fermo e indimenticabile della sua eccezionale carriera. Regione Lombardia e tutti i lombardi sono vicini ai suoi cari in questo triste momento". Anche il Comune di Lecco esprime "profondo cordoglio" rendendo omaggio al suo concittadino: "La città lo celebrò con la Civica Benemerenza di San Nicolò nel 1998. Ci uniamo alla famiglia di Nino Castelnuovo esprimendo il dolore della comunità lecchese in questo triste giorno – è il commento del sindaco Mauro Gattinoni e della vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Lecco Simona Piazza –. Ricordiamo oggi Nino Castelnuovo quale testimone della città nel mondo e quale grande protagonista di una delle più importanti pellicole dei Promessi Sposi di sempre".
Era legatissimo a Milano, città nella quale si trasferì nel 1955: diventò allievo della scuola del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler. Fu il suo trampolino. A poco più di 20 anni, nel 1957, l’esordio in tivù: fu il mimo del programma Zurlì il mago del giovedì, di Cino Tortorella. Tra i film diretti da grandi registi, recitò anche in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, nel 1960, nei panni di Nino Rossi in un cast che vantava la presenza anche di Alain Delon. E poi Un giorno da leoni di Nanni Loy (1961) e Un mondo nuovo di Vittorio De Sica (1966). L’attore aveva raccontato di aver combattuto per anni con una grave malattia degenerativa che colpisce gli occhi, il glaucoma: la sua testimonianza era stata raccolta nel 2018 nel volume Glaucoma: Apriamo gli occhi sulla malattia.