STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Adrian Paci e le tragedie in mare. L’Agorà diventa un Mediterraneo

Imponente installazione al Mudec con immagini dei naufragi stampate sui giornali e trasformate in tessere

Adrian Paci e le tragedie in mare. L’Agorà diventa un Mediterraneo

Imponente installazione al Mudec con immagini dei naufragi stampate sui giornali e trasformate in tessere

L’installazione è monumentale, con Adrian Paci che trasforma la grande vetrata dell’Agorà, al Mudec, con chiaroscuri azzurro verdastri che richiamano i colori del mare. Per nulla disturbante, all’inizio. L’acqua, il colore, accentuano l’effetto di questo spazio progettato da Chipperfield, che di per sè fa pensare a un’onda. Ma il pugno nello stomaco arriva, e forte: la "texture di azzurri" è quella dei retini tipografici delle immagini stampate sui giornali, notizie tragiche di naufragi che raccontano di vite spezzate nel tentativo di attraversare i mari.

Adrian Paci racconta l’orrore delle morti in mare, con "Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo", l’installazione annuale di arte contemporanea monumentale che il Mudec ospiterà sino al 25 settembre, a cura di Sara Rizzo e Katya Inozemtseva, un anticipo della mostra che si aprirà in maggio “Travelogue. Storie di viaggi, migrazioni e dispore“. "Quando ho accettato questo lavoro - ha raccontato Paci - salendo le scale del Mudec ho pensato subito a qualcosa di forte, potente, evocativo. Desideravo che l’intervento avesse qualcosa di delicato e profondo e che operasse un forte spostamento di significato". Come disturbare quindi quel senso di serenità che emana lo spazio? Non "appendendo cose". Ma con queste "tessere" che testimoniano un desiderio di libertà, "raccontano di mari attraversati dalla speranza e per noi incontrare queste energie è fonte di speranza". È partita una ricerca preliminare, sono state consultate e impiegate diverse testate giornalistiche, italiane e internazionali, cartacee e digitali. Da qui poi le foto sono state ingrandite fino a cancellare ogni connotazione informativa e applicate sulle vetrate dell’Agorà. Un intervento artistico che sottolinea i limiti e l’impotenza dei media rispetto al peso tragico di queste esperienze. "Il mio non è un lavoro sul tema dell’immigrazione. Non credo all’arte su qualcosa", sottolinea Paci. "Penso che l’arte nasca da un incontro, un attraversamento che regala esperienze, fantasie, immagini, storie, suoni, forme (anche illusorie). Portare queste esperienze nel territorio della forma tattile dell’opera e far diventare il lavoro stesso fonte di una nuova esperienza sia estetica che di pensiero e riflessione è stata una delle preoccupazioni principali nel mio lavoro come artista. Ci sono state 30 mila morti in dieci anni, solo nel Mediterraneo". C’è un intenso public program che accompagna l’arte di Paci. Domenica (alle 15) la nuova Fem Human Library presenta storie di migrazioni e culture di provenienza e approdo. E a gennaio suonerà L’Orchestra del Mare.