Aldo, Giovanni e Giacomo "Confusi e felici" al Forum di Assago

Quale occasione migliore per festeggiare? Complimenti allora a Cataldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomino Poretti, in giro con “The Best of Aldo, Giovanni e Giacomo Live 2016”, che prima di scappare all’estero si ferma per una data secca stasera al Forum di Assago (ma torneranno a inizio maggio) di DIEGO VINCENTI

Giovanni Storti, Cataldo Baglio e Giacomo Poretti

Milano, 6  aprile - Nozze d’argento. Quale occasione migliore per festeggiare? Complimenti allora a Cataldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomino Poretti, in giro con “The Best of Aldo, Giovanni e Giacomo Live 2016”, che prima di scappare all’estero si ferma per una data secca stasera al Forum di Assago (ma torneranno a inizio maggio). Il meglio di una carriera lunga così, accolti in un gigantesco luna park diretto da Arturo Brachetti. Mentre sarà Silvana Fallisi ad affiancarli in scena insieme alla musica di The Good Fellas. Sul palco sketch rari mischiati con i classici di una vita. Per chi li amava già ai tempi di “Su la testa!” di Paolo Rossi e per chi li ha scoperti con la Gialappa’s e i grandi successi cinematografici. A sbancare i botteghini. Molto (molto) prima di Checco Zalone.

Giovanni Storti, come fu il debutto?

«Nel 1991, in un locale vicino a Milano. Ci chiesero di animare le domeniche ma Giacomo si spaccò tibia e perone. Decidemmo di andare in scena ugualmente e ci inventammo tutta una serie di cose con la carrozzina, compresa una ruota della fortuna… A noi le sfighe portano bene. Fazio impazzisce se vede del viola e ci sono registi che se ne vanno da teatro se qualcuno apre un ombrello. Noi invece abbiamo fatto debuttare “I Corti” un venerdì 17».

Le vostre caratteristiche?

«Aldo è quello che spinge di più sulle novità a teatro, Giacomo invece è per il cinema. Io cerco di mediare, anche se mi piace polemizzare».

Qual è la ricetta per resistere al tempo?

«Pensi che io e Aldo festeggiamo addirittura i 35 anni insieme. Alle crisi abbiamo risposto allargandoci: prima con Giacomo e Marina, poi con i musicisti. È andata bene».

Rimpianti?

«Mi sarebbe piaciuto collaborare con qualche personaggio straniero, confrontarci a livello internazionale. C’era stata la possibilità di una piccola parte nel film “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jackie Chan, di cui sono un fan accanito. E anche nell’Asterix di Depardieu. Ma i soci non erano dell’idea, sono sempre stati molto difensivi rispetto al nostro entourage. Non è detto che non abbiano avuto ragione loro».

Come si fa a non lasciarsi travolgere dal successo?

«Con incoscienza, non avendo perfettamente il polso della situazione, ricordandoti sempre chi sei. Inoltre siamo persone con i piedi per terra, la popolarità è arrivata da adulti. Tutti fattori che ci hanno salvato la vita, perché in quelle occasioni rischi davvero di diventare matto. Mi viene in mente una frase che avevo sentito dire da Celentano: “Quando entro a casa il successo rimane sul ballatoio”. Una buona regola».

Perché non parlare mai di politica?

«È una questione di stimoli, la politica non ne offre. Noi siamo più surreali, giocosi. Credo sia stata una forza, anche se inconsapevole».

Programmi per il futuro?

«Fino a quando ci divertiremo non ci sarà problema, rimaniamo un puzzle che si incastra alla perfezione. In caso contrario ci saluteremo tranquillamente. Non siamo ossessionati dallo spettacolo». Stasera alle 21 al Mediolanum Forum di Assago. Biglietti da 15 euro. In replica dall’8 al 13 maggio.

di DIEGO VINCENTI