DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Ambra Angiolini è Olivia Denaro: "La mia eroina ribelle e gentile"

Nel monologo la storia di Franca Viola, prima donna a rifiutare pubblicamente il matrimonio riparatore

Ambra Angiolini

Ambra Angiolini

Milano – Oliva è una ragazzina di quindici anni. Nella Sicilia di più di mezzo secolo fa. A scuola è fra le migliori della sua classe. Ama il latino. E sgrana il rosario delle declinazioni come fosse un mantra, nei momenti complicati. Mentre spulcia il dizionario alla ricerca di senso e di sfumature. Perché mica è facile trovare le parole giuste in quella confusione che pulsa nella testa. Oliva ha sogni che non s’incastrano con l’orizzonte stretto stretto che le gira attorno. E un giorno quella società schifa la cattura come fosse nient’altro che una preda. Rimane il matrimonio riparatore. Ma lei ha progetti parecchio diversi rispetto a quella storia… Libro molto amato "Oliva Denaro" di Viola Ardone (ed. Einaudi), capace di replicare il successone de "Il treno dei bambini" con una storia viva, di coraggio e libertà femminile. Dove chiaramente si omaggia il gesto enorme di Franca Viola ma senza mai citarla. Come fosse una sorta di pudore. Una storia che ha emozionato molti. Portata a teatro quest’anno da Giorgio Gallione, anche autore del lavoro sul testo con la collaborazione della protagonista: Ambra Angiolini. Un monologo. Che da domani torna al Franco Parenti, dopo l’ottima accoglienza avuta ad aprile. Repliche poi fino al 14 luglio, in Sala Grande. Per uno degli appuntamenti più attesi della stagione estiva al Pier Lombardo.

"Oliva Denaro racconta la storia di tante donne attraverso questa ragazza, che diventa una eroina grazie al valore del primo vero "no" – sottolinea Ambra – È ribelle e contraria ma con rispetto e gentilezza. La sua ribellione passa per il desiderio di conoscenza, per la sua curiosità. Oliva è un’eroina che come super potere ha anche quello di saper ascoltare gli altri. Quando non sa ascolta, quando non comprende chiede. Ho lavorato insieme a Giorgio Gallione alla drammaturgia e gli sono grata per questa collaborazione perché non tutti i registi hanno voglia di aprirsi ad un confronto così bello e formativo. Abbiamo lavorato dal romanzo al testo teatrale cercando di preservarne la ricchezza e rispettandolo con attenzione e cura. Solo nel finale ho chiesto di poter inserire delle parole di Franca Viola tratte dalle sue interviste, sentivo il bisogno di una parte di "verità legale"".

Riferimento doveroso. In un progetto in cui la scrittura di Ardone guarda alla cronaca ma si alimenta di poesia e del mondo intimo e immaginifico di un’adolescente. Una giovane donna. Che di fronte alla violenza subita trova la forza per non cedere alle pressioni sociali. Alla sopraffazione patriarcale. In un’Italia così lontana, così vicina. Dove fino al 1981 lo stupro era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Mentre le parole s’intervallano alle canzoni di Mina e alle musiche originali di Paolo Silvestri.