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Il miele selvatico sa di libertà anche per Anastasio, in scena domani al Fabrique con un happening fuori dai calcoli e dalle regole in bilico sulle rime. Un focus sull’ultimo album “Mielemedicina”, sospeso tra Baudelaire , Bukowski e Ferretti, ma anche sul predecessore “Atto zero”, pubblicato e subito arenato dalla pandemia dopo il tredicesimo posto di “Rosso di rabbia” a Sanremo. Per il vincitore di X-Factor 2018/19 un momento di verità atteso “come il bambino a cui hanno rimandato la visita a Disneyland per due anni”.
Marco, qual è stata la prima sensazione di questo ritorno al live?
"Dopo due anni di inattività e di esperienza persa mi sono ritrovato padrone del palco, molto sicuro di me. Quindi sono molto soddisfatto. A sorprendermi è stata la tranquillità che mi sono sentito addosso, come se tutto quello che abbiamo passato non fosse stato niente. Una sensazione strana. Finora sono state serate divertenti come non se ne vivevano da un bel po’".
Propone i brani di “Mielemedicina” tranne uno, perché?
"Perché ‘Tubature’ l’ho scritto con Stefano Bollani e ha un tasso di difficoltà tecnica notevolissimo. Su disco l’eseguo con tre maestri del jazz come Bollani stesso al piano, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria. Così, quando l’ho presentato alla mia band, che è bravissima ma ha un piglio rock, la risposta è stata: te lo suoni tu. Avrei potuto cantarlo su base registrata, ma non è il caso".
“ Assurdo” è regolarmente in scaletta. Dispiaciuto che Amadeus l’abbia scartata?
"Ovviamente il palco dell’Ariston le avrebbe dato attenzioni diverse da quelle che ha ricevuto. Ma ogni pezzo che incido è un investimento sul mio futuro a prescindere dal contesto in cui lo presento".
Come Franco 126 o Frah Quintale pure lei ha iniziato a spostarsi dal rap alla canzone d’autore.
"Credo sia una tendenza figlia di tempi in cui la soglia di attenzione si è molto abbassata e non sai mai quanto le persone siano disposte a seguirti sulla strada della complessità musicale. Così scrivo una canzone focalizzandola sul testo che poi poggio su una melodia semplice".
La dolcezza è medicina?
"Il titolo è preso da una metafora di Tito Lucrezio Caro. Dice che, come il medico orla di miele i bordi della coppa per far bere l’assenzio al bambino, lui utilizza versi dolci per fa arrivare l’amaro dei suoi messaggi".
E in questo spettacolo c’è già un po’ del suo futuro?
"Sì. Ho già nel cassetto nuovi pezzi e uno lo anticipo già in concerto e s’intitola ‘L’astronave’. Il mio live non è studiato a tavolino, coi discorsi scritti. Vive sulle emozioni del momento, si adatta continuamente a quello che mi passa per la testa".
Covid, guerra, pesano o i suoi fans riescono a sconnettersi per due ore dalla realtà che li aspetta fuori dalla porta?
"Penso che la gente oggi abbia innanzitutto bisogno di distrarsi, di alleggerirsi l’animo. Ecco perché il tour parte ora, ma proseguirà pure durante l’estate".