
“Guernica d’apres Picasso”, acquaforte e acquatinta di Enrico Baj datata 1984
Legnano (Milano), 5 novembre 2016 - «Vidi l’Agnello aprire il primo dei sette sigilli... Guardai e vidi un cavallo color cadavere. Il suo cavaliere si chiamava Morte»: una cavalcata sfrenata, quella dell’Apocalisse di Giovanni, che suggerì ad Albrecht Durer una delle sue xilografie più potenti. «Uscirà di sotto terra chi con ispaventevoli grida stordirà i circostanti vicini, e col suo fiato farà morire li omini e ruinare le città e castella»: genio universale, provvide da solo Leonardo a inventare nel Codice Atlantico parole e immagini di una profetica fine del mondo. «Cascato è il cavo cielo & la cometa / cresta è di cotte croste & cruda creta / celibe è il cosmo, in chiara crisi cronica...»: più modestamente, si fa per dire, nel 1982 Edoardo Sanguineti ed Enrico Baj diedero vita a uno straordinario “Alfabeto apocalittico”, in 21 ottave, 21 capilettera e un’acquaforte.
Enrico Baj, scomparso nel 2003, si trova ora a riproporre da solo la sua “Apocalisse”: una mostra imperdibile, curata da Emma Zanella, Roberta Cerini Baj e Chiara Gatti, a Palazzo Leone da Perego di Legnano, seconda location con il MaGa di Gallarate del Polo museale dell’Alto Milanese per l’arte contemporanea. Un’esposizione ad ampio raggio, che ricostruisce la genesi di uno dei più celebrati capolavori di Baj: l’apocalisse del secondo millennio, i mostri di ultimissima generazione - non è vero, altri se ne sono aggiunti in questi ultimi anni... -, in un carosello di “ranocchi cornuti”, “mangiagiduglie” e “cacacazzi”, figure mansuete trasformate in piccoli demoni dall’ansia del potere, dalla voluttà del consumismo.
Una mostra, i “Mirabili Mostri” di Baj, che si sviluppa anche didatticamente per sezioni tematiche, ripercorrendo l’avventura artistica del maestro: il periodo nucleare, le spirali, gli “ultracorpi” e, ancora, le citazioni picassiane da “Guernica” e un riferimento ai mitici “Funerali dell’anarchico Pinelli”. In tre spazi le storie dell’“Apocalisse”: personaggi infernali e goffi pipistrelli su teli dipinti a “dripping”; una tela monumentale coronata da un cielo quasi puntinista; una giostra delle vanità agitata da 150 sagome dipinte su tela. I gironi di Bosch rivissuti nelle campagne di Vergiate. Legnano, Palazzo Leone da Perego, via Gilardelli 10. Da domani al 26 febbraio 2017. Info: 0331.706011.