
Elena Arvigo in scena (Manuela Giusto)
Viene un po’ in mente “Gli anni“ di Annie Ernaux (Premio Nobel 2022). Dove la storia è un incedere di brevi frasi, la cronaca che si intreccia alle memorie individuali, prima di aprirsi ad emozioni improvvise, quasi fossero un inciampo. Vale la pena fare un giro in libreria. Detto questo, Elena Arvigo si accosta al secondo Novecento con una visione apparentemente simile. Ma in cui emergono con maggiore forza i sentimenti propri dell’individuo. Testimonianze al femminile. E spesso sviluppate con parole bellissime, se si pensa che le protagoniste sono Svetlana Aleksievic e Simone Weil. Strana coppia. Di cui si alimenta “Appunti per il futuro“, nuovo lavoro dell’attrice e autrice genovese, dal giovedì a domenica in anteprima al Teatro Out Off.
Un monologo. Che rientra nel più ampio progetto “Le imperdonabili“, incentrato su alcune figure di donne scomode, sia nella sfera reale che in quella mitica. Facendo di poesia e giornalismo atti di pura resistenza. Parola usata non a caso considerando che durante le repliche cadrà l’Ottantesimo Anniversario della Liberazione.
"Ho iniziato il progetto più di dieci anni fa e oggi ho sentito il desiderio di riprendere il discorso portando con me sul palco tutte quelle voci che mi hanno accompagnato in queste stagioni, per riflettere ancora sulla necessità di porre la persona al centro e al di sopra dei meccanismi politici", sottolinea Arvigo. Il cui talento (grande) di attrice, si è sempre ritagliato un tempo proprio per indagare la memoria, l’umano, la dimensione sociale del nostro vivere. Irrequietezza febbrile. Seducente nei percorsi autoriali. Che questa volta si lascia appunto ispirare dalla scrittrice e giornalista bielorussa Svetlana Aleksievic, altro Nobel del 2015, lucida testimone della parabola sovietica e della disgregazione dell’Urss.
Diego Vincenti