LORENZO
Cultura e Spettacoli

Architetture: "couture"

Bises Che respiro internazionale le mostre dedicate alla moda! Se Milano è capitale del vestire e delle collezioni che...

Bises Che respiro internazionale le mostre dedicate alla moda! Se Milano è capitale del vestire e delle collezioni che...

Bises Che respiro internazionale le mostre dedicate alla moda! Se Milano è capitale del vestire e delle collezioni che...

BisesChe respiro internazionale le mostre dedicate alla moda! Se Milano è capitale del vestire e delle collezioni che si ripetono in un andirivieni di creatività e sviluppi tessili, allora non c’è altro luogo in cui ritagliare spazi di racconto su couturier, designer e leggende. Ricostruire la storia del costume con affondi monografici attraverso i figurini di chi l’ha stravolto e rielaborato significa poter comprendere le visioni del domani e dare al passato un congruo peso.

Ha inaugurato ieri a Palazzo Morando la prima esposizione italiana che omaggia Cristóbal Balenciaga, il grande couturier spagnolo che dal suo piccolo paese natale, Getaria, arriverà alla fama internazionale. Quattro erano gli atelier tra la Francia e la Spagna fino al 1968 quando venne ufficializzata la chiusura di questi inaccessibili indirizzi: all’epoca farsi confezionare un abito da Balenciaga era sinonimo di appartenenza e prestigio, eleganza e sofisticata attitudine.

Il percorso curatoriale nobilita la figura del riservato couturier in grado, tra pochissimi, di disegnare, tagliare e cucire un vestito interamente da sé, osannato dalle clienti e dalla stampa ma protagonista solo attraverso le sue creazioni. Sala dopo sala a parlare sono le volumetriche architetture in taffetà, claque di seta, pizzi e shantung, con lui la semplice materia si fa mansueta e sotto le sue mani si trasforma in una danza animata di balze, volants, strascichi, fiocchi e code. Tutto è leggero, impalpabile.

Come l’abito “infanta” (1939) o la cappa color lampone (1962) appoggiata al pari di una nuvola su un lungo modello color avorio, desiderato in bleu da Grace Kelly dopo averlo ammirato indosso alla Contessa di Torroella de Montgrì al matrimonio dei futuri monarchi spagnoli. Gli abiti da sera e da cocktail sono stati per Balenciaga una vera scuola di bellezza e vena poetica, elaborando il nero profondo, l’argento, il bianco burro, il color tabacco e i preziosi ricami in Swarovski e perline dorate.

A completare gli abiti le scultoree scarpe realizzate da 25 marchi simbolo dell’artigianato spagnolo, il tutto inserito in uno splendido allestimento di Elisa Ossino Studio che ha rintracciato i codici degli atelier di Balenciaga tra neutri drappeggi e segreti spioncini. Imperdibile, fino al 2 marzo.