
Il Pomeriggio 5 di Barbara D'Urso non convince
Ascolti sotto le aspettative per Le Iene e Pomeriggio 5 e anche Striscia la notizia non se la cava in modo particolarmente brillante. Mediaset dimostra di aver cominciato la stagione televisiva autunnale in modo un po' zoppicante per quanto riguarda alcuni dei suoi programmi di punta. Se Tu sì que vales rappresenta il faro a cui rivolgersi per ritrovare la strada maestra - la vittoria settimanale su Ballando con le stelle è un punto fermo dalla parti di Cologno Monzese -, altri programmi non stanno dando per ora i risultati sperati. Basti pensare alle chiusure ignominiose e anticipate di Mystery Land e Star in the star, il cui denaro investito per la produzione sarebbe potuto essere utilizzato per puntare su idee giovani e nuove piuttosto che scopiazzature mal riuscite di qualcosa di già esistente da tempo. Non che dalle parti di "mamma Rai" la situazione sia particolarmente convincente - basti pensare che Domenica In non fa di certo i botti, anzi -, ma perlomeno in via Teulada ci si salva con le ormai arcinote fiction di Raiuno. Che rappresentano una garanzia in termini di ascolti ormai da anni.
Ma perché programmi che sino a pochi mesi fa attiravano milioni di spettatori adesso arrancano? Può sembrare fuori contesto, ma anche in questo caso c'entra la pandemia da coronavirus. Una pandemia che ha costretto milioni di persone in casa per mesi con tanto tempo libero, ma poche possibilità di trascorrerlo in modo costruttivo. E quindi l'attenzione inevitabilmente si è concentrata sugli schermi. Tv, tablet, pc, smartphone: schermi di ogni genere sono stati al centro delle giornate di moltissimi cittadini italiani durante il lockdown. Durante la pandemia la vita di tutti è cambiata così come si sono modificati in maniera irrimediabile i gusti del pubblico. Che hanno imparato a conoscere e seguire qualsiasi genere di personaggio sui social network. E così, giorno dopo giorno, anche la showgirl meno nota o lo sportivo più di nicchia ha cominciato a condividere la propria quotidianità sui social anche per dare un calcio alla noia di quei giorni caratterizzati dalle restrizioni della pandemia.
Anche per questo motivo i vari cambi di conduttore di programmi come Le Iene o Striscia la notizia non rappresentano più nulla di nuovo: sentire Paola Egonu, Elodie, Vanessa Incontrada, Nicola Savino, Alessandro Siani o altri esprimersi non è più una novità. Cosa possono aggiungere volti "inconsueti" se già hanno comunicato tutto negli ultimi due anni sui social network? Sono poi cambiati anche i gusti del pubblico. In modo radicale. Durante il lockdown la voglia di evadere, di vedere un mondo altro rispetto a quello che si stava vivendo era alla base di ogni giornata per tutti. Ecco quindi il boom di abbonamenti alle piattaforme di streaming come Netflix, Amazon Prime Video, Disney +. Serie tv e film hanno surclassato le trasmissioni di varietà. Grande sviluppo ha avuto anche il settore crime, questo è il motivo per cui programmi come "Chi l'ha visto?", il cult "Storie maledette" e "Quarto grado" continuano a funzionare molto bene. Le nuove abitudini arrivate durante l'emergenza si sono poi cronicizzate nel pubblico e anche in un periodo come quello attuale in cui la fase più acuta sembra ormai finalmente lontana sono diventate parte della "nuova normalità".
Questo fa in modo che le trasmissioni tv "vecchio stampo" si manifestino per quello che realmente sono, ovvero parte integrante di una quotidianità che oggi non esiste più. E che non tornerà. Salotti urlati con opinionisti la cui opinione non fa opinione - perdonate le ripetizioni -, dibattiti politici all'insegna dell'insulto, casi costruiti su inezie, personaggi che si rendono protagonisti di monologhi stantii: tutto ciò che sino al 2020 era in qualche modo routinario, con il fiorire di proposte di altro genere, è diventato soltanto noioso per il grande pubblico. E le tv generaliste come Rai e Mediaset non sono riuscite ancora a comprendere a fondo questo concetto e ad agire di conseguenza.
Una menzione a parte la merita il Grande Fratello Vip: ascolti in ribasso, ma che comunque tengono rispetto alle previsioni e la decisione non solo di mantenere ma forse anche di prolungare la durata del programma. I motivi sono diversi e vanno ricercati essenzialmente in un format meno zoppicante degli altri - parliamo di "meno peggio", quindi, e non di "meglio" - e un costo che si mantiene in ogni caso stabile. Esistono contratti firmati con i concorrenti - che non blindano il programma, sia chiaro - e soprattutto la consapevolezza che un certo grado di trash, pur nella pochezza disarmante dei contenuti dell'edizione 2021 del reality show condotto da Alfonso Signorini, viene comunque apprezzato da un pubblico di affezionati.