
Ettore Bassi e Karima nei ruoli di Kevin Kostner e Whitney HoustonEttore Basi e Karima
Milano, 22 febbraio 2017 - Chiamalo se vuoi thriller-romantico. Da domani per Karima è una bella sfida quella di infilarsi al Nazionale nei panni di Rachel Marron così come ce la raccontava venticinque anni fa sul grande schermo la Whitney Houston nella “Guardia del Corpo (The Bodyguard)”, il blockbuster di Mick Jackson divenuto - con 45 milioni di copie vendute, un Grammy e cinque mesi di primato nelle classifiche inglesi - una delle più popolari colonne sonore della storia.
Trasformato in musical cinque anni fa da Alexander Dinelaris, “The Bodyguard” a teatro allenta il filo narrativo (già esile di suo) del film per trasformarsi in una celebrazione di santa Whitney così com’è rimasta impressa nella memoria collettiva grazie proprio alla languida storia d’amore con il bel Frank Farmer interpretato al cinema da Kevin Costner e a teatro da Ettore Bassi. Quando lo sceneggiatore americano Lawrence Kasdan abbozzò negli anni Settanta il primo soggetto del film, disse di aver pensato quel ruolo per Steve McQueen. “Questo musical è la storia di due solitudini, perché racconta il bisogno d’amore di due personaggi che la vita prima ha isolato e poi avvicinato- racconta il regista della versione italiana Federico Bellone, responsabile di un allestimento da due milioni di euro- Quando uscì questa versione teatrale di ‘The Bodyguard’, pensai inizialmente ad un’altra trasposizione commerciale di fortunate pellicole musicali degli anni Ottanta come Fame o Flashdance, ricredendomi poi davanti alla cura messa dal regista della versione inglese dell’adattamento. Grazie alle scenografie di Gabriele Moreschi, noi abbiamo voluto mettere pure qualcosina in più, a cominciare dal braccio meccanico che porta Rachel a cantare sopra le teste degli spettatori delle prime file”.
Oltre a Bassi e a Karima, che per l’impegno del ruolo in alcune repliche sarà sostituita da Helen Tesfazghi, nel cast ci sono pure Loredana Fadda, Russel Russel, Piero Di Blasio. Le coreografie sono di Bill Goodson mentre la supervisione musicale della quotatissima Cheryl Porter. “Ho imparato a cantare all’età di tre anni e ad otto ho scoperto la voce della Houston, che è diventata immediatamente la mia ‘insegnante’ di canto -spiega Karima -Poi, siccome la vita ti mette davanti delle opportunità, mi sono trovata ad aprire i concerti italiani dell’ultimo tour di Whitney e a collaborare con Michael Baker che è stato per tredici anni il suo direttore musicale. Nonostante la incontrassi a pranzo o dietro le quinte, non ho mai voluto avvicinarla, per mantenere completamente integro il mito. Mi bastava la soddisfazione di sentirla pronunciare il mio nome quando, durante lo show, mi ringraziava per aver aperto la serata”.