STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Il fantastico mondo di Bosch e il suo Rinascimento alternativo

Creature mostruose e pesci volanti popolano le opere del pittore fiammingo del Cinquecento esposte a Palazzo Reale

Anteprima della Mostra Bosch e un altro Rinascemento a Palazzo Reale

Milano - Stupefacente, Bosch. Attraverso le sue scene di inferni popolati da creature mostruose, notti illuminate da incendi e personaggi bizzarri, strani e coloratissimi pesci volanti che trasportano goffi abitanti di un mondo immaginario, conosciamo un altro Rinascimento. Diverso da quello a cui siamo abituati (viene in mente l’Assunta di Tiziano nella Basilica dei Frari, a Venezia), alternativo ma non per questo meno affascinante. Siamo nel Cinquecento, e il Vasari segnalava le "fantastiche e capricciose invenzioni" di Jheronimus Bosch.

Un viaggio in un "mondo onirico", dove attraverso magia e sogno si mettono a nudo le inquietudini e la natura contraddittoria dell’uomo e della società. L’insolita e importante mostra che s’inaugura oggi a Palazzo Reale (sino al 12 marzo “Bosch e un altro Rinascimento”) promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco, realizzata da 24Ore Cultura, mantiene le promesse, sin dal titolo. Un percorso espositivo che presenta un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi, raccolti in una "wunderkammer". Nel ricco corpus spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch, e opere ispirate da soggetti del Maestro.

Autore di pochissime opere universalmente a lui attribuite (una ventina) e conservate nei musei di tutto il mondo, Bosch è presente a Palazzo Reale con cinque "capolavori" che proprio perchè rari e preziosi sono di solito difficili da ottenere in prestito dai musei. Come il Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio, opera che arriva dal Museu National de Arte Antiga di Lisbona (in cambio abbiamo prestato la Pala Trivulzio di Andrea Mantegna) e che ha lasciato il Portogallo solo poche volte nel corso del Novecento. Altra "chicca" arriva da Bruges, il Trittico del Giudizio Finale, che originariamente faceva parte della collezione del cardinale veneziano Domenico Grimani, fra i primi collezionisti ad apprezzare Bosch. Grazie a lui in Italia possiamo vantare di avere ben tre opere del Maestro, fra le quali il Trittico degli Eremiti, ora esposto a Palazzo Reale. Dal Prado di Madrid sono giunte a Milano Le tentazioni di Sant’Antonio mentre il Museo Lázaro Galdiano ha concesso la preziosa tavola di San Giovanni Battista.

Bosch ha fatto scuola, un nutrito numero di pittori e incisori (Bruguel Il Vecchio, Marcantonio Raimondi)si ispirarono a lui e la mostra è anche esposizione di confronti. Ci sono gli arazzi alla “maniera di Bosch“; l’interesse per il "mostruoso" e il grottesco appare in maniera dirompente alla fine del Quattrocento in Toscana e in Italia settentrionale. Volendo restare a Milano, ad esempio, sono affascinanti le decorazioni nel Palazzo della Zecca, "con grilli straordinariamente fantasiosi di cultura fiamminga".