SIMONA BALLATORE
Cultura e Spettacoli

Bugo in concerto: "Addio elettronica, con la mia chitarra torno al rock puro"

Una serata all’Arci Ohibò

Bugo, all’anagrafe Cristian Bugatti

Milano 18 maggio 2017- Ha appena detto addio all’elettronica per ritornare al rock puro e stasera all’Arci Ohibò di Milano si esibirà con la chitarra acustica, accompagnando gli spettatori in viaggio con la macchina del tempo: ci saranno i pezzi d’esordio, ci saranno le novità. Bugo, al secolo Cristian Bugatti, si racconta così, con le sue canzoni.

Bugo il “Fantautore”: si rispecchia nella definizione?

"Non è male. Uno si è messo lì e ha inventato un nome per me. A quanti cantanti è capitato? Pochissimi. È un episodio che risale al 2004, e comincia a essere un po’ datato… Io comunque non amo le definizioni, sono semplicemente una persona che scrive canzoni, e questa passione tanti anni fa è diventata il mio lavoro".

Quando ha preso in mano per la prima volta la chitarra?

"Durante il servizio militare, quando era ancora obbligatorio, nel 1992/93. Ho imparato i primi accordi e da lì non ho più smesso. Tornato al mio paese, Cerano, ho fondato un gruppetto con alcuni amici, ma loro non prendevano il nostro progetto troppo sul serio, io invece già ci credevo un po’. Quindi ho sciolto il gruppo e ho proseguito da solo: mi sono messo lì, ho insistito, e nel 2002 è arrivato il contratto con Universal".

La canzone che più la rappresenta e racconta?

"Ogni età ha la sua canzone. Poi dipende, ci sono le canzoni rock e le canzoni d’amore, che si compensano. Facciamola semplice: dico ‘Vado ma non so’ e ‘Comunque io voglio te’. La prima è un po’ il manifesto di come sono io, o forse di come sono stato, sempre in fuga da tutto. La seconda è l’amore come scelta, come passione, così come lo vivo io".

Cosa porterà con lei a Milano, stasera?

"Canterò le canzoni che più mi rappresentano, partendo dai miei primi pezzi del 2000, fino a quelli di oggi. Ho scelto i singoli, più qualche ‘chicca’ e qualche cover dei miei eroi musicali. Il tutto voce e chitarra acustica, nel modo più diretto possibile".

Qual è il suo legame con la città e quali sono i suoi luoghi del cuore?

"Mi sono trasferito a Milano nel 1999. Per me era La Mecca, la città dove si trovavano le case discografiche. Io sono cresciuto nel Novarese e Milano era la meta prediletta, la possibilità di farcela. È una città così varia che non saprei dire quali sono i luoghi che preferisco, sicuramente amo tutta la zona di San Babila".

Cosa c’è “Nei tuoi sogni”?

"Molto, moltissimo, troppo! Sono un gran sognatore, e spesso i miei sogni si sono infranti perché la vita è cruda. Ma sono anche un guerriero, non mollo".