Milano - Voglia di Gaber . Nell’ultimo album “Entronauta” ci sono almeno un paio di passaggi in cui i lidi salentini di Bungaro sembrano confondersi tra le caligini del grande Nord attraverso figure artistiche che gli hanno segnato la vita. "Nella mia crescita artistica ho avuto innanzitutto tre riferimenti: Giorgio Gaber, Dario Fo e Marcel Marceau" ammette Bungaro, al secolo Antonio Calò, 57 anni. "Ho visto tutti i loro spettacoli mi siano arrivati a tiro, ammirato dalla straordinaria fisicità che mettevano nel porgere la loro arte, la perfezione del gesto, della parola o della non parola".
Il legame con Gaber è dato pure dalla presenza, fra gli autori, di Sandro Luporini. "Quando in una indimenticabile giornata viareggina il destino mi ha portato a casa di Luporini, mi sono trovato a parlare con lui del cinema di Patrice Leconte e di cucina (sono figlio di chef), ma anche della sua attività di paroliere e di poeta a fianco del Signor G. Ero avidissimo di racconti e Luporini l’ha capito. A fine incontro, mi ha fatto dono di quattro suoi testi inediti. ‘Occhi’ è il primo che musico. Ovviamente, ne seguiranno altri".
Perché “Entronauta”? "Gli entronauti sono persone alla continua ricerca dei loro continenti interiori e io mi sento, in qualche modo, entronauta delle mie canzoni".
Titolo letterario. "Il titolo è attinto da un libro di Paolo Scanziani, due volte candidato al Nobel, che ho letto oltre venticinque anni fa. L’ho trovato perfetto per un testo come quello scritto da Lorenzo Marone e recitato da Pino Insegno oltre che dell’intero disco".
A proposito d’incontri letterari, “Il cielo è di tutti” è concepita invece su una poesia di Rodari. "L’idea di quel pezzo l’ho rubata a Fiorella Mannoia. Ero a casa sua a scrivere canzoni per il suo prossimo album quando sul tavolo ho visto questa filastrocca di Gianni Rodari; le ho detto che mi sarebbe piaciuto musicarla, ma lei mi ha messo in guardia sul fatto che ottenere il placet dagli eredi dello scrittore non sarebbe stato facile. E invece è andata. Così ho pensato di condividere la canzone con Fiorella per chiudere il cerchio".
Lei definisce la Mannoia “una voce pensante”. "Sì, una di quelle cantanti capaci di andare oltre l’interpretazione. ‘Voci pensanti’ sono artiste come Fiorella, Ornella Vanoni, Malika Ayane, che qualsiasi testo affrontano sembra scritto da loro; il pensiero che cantano, infatti, non è più quello dell’autore, ma il proprio. È così che vengono fuori brani capaci di toccar le corde di tutti come ‘Io non ho paura’ e ‘Perfetti sconosciuti’ di Fiorella, o ‘Imparare ad amarsi’ di Ornella".