Viaggio sentimentale nel mondo di Carlo Orsi, una persona indimenticabile". Come le sue fotografie dalla "ritmica inconfondibile, una sequenza di stimolazioni forti al punto da definire uno stile, un approccio". Perché l’esposizione che gli rende omaggio (Carlo Orsi, Miracolo a Milano, sino al 2 febbraio, Palazzo Morando, 400 biglietti gratis per i giovani di età inferiore ai 26 anni grazie a Dils) "è innanzitutto una mostra che funziona sui sentimenti, il motore è affettivo, ed è ciò che trasforma ogni tipo di fatica", premette Giorgio Terruzzi, co curatore insieme a Giangiacomo Schiavi, in collaborazione con l’Archivio Orsi presieduto da Silvana Beretta che di Carlo è stata la compagna di una vita. Inizia presto, Carlo, con le sue Leica, a percorrere le vie del mondo, un percorso professionale che avrà sempre nel suo dna costitutivo Milano, la città terreno fertile per architetti, grandi artisti, emigrati, talenti, nella quale si dipanano avventure professionali con la stessa, identica cifra, di raffinatezza, originalità, bravura. Milano, dicevamo, c’è sempre, indagata senza sosta per sessant’anni, anche se "lo scatto inquadra uno spicchio di Pechino, o un ragazzino che impara l’arte della corrida", siamo nell’Italia del dopoguerra con il Bar Jamaica a Brera come fosforico luogo di appartenenza, frequentato da pittori, scrittori, poeti. Figure ispirate e ispiratrici per la sua intera carriera. "Carlo ha imparato tantissimo anche da Ugo Mulas, è stato il suo assistente", ricorda la moglie. Alle sue spalle, in un allestimento essenziale, molto apprezzato, che conduce il visitatore - in quattro sezioni - nel mondo di Orsi, c’è un’immagine simbolo, dedicata alla sua Milano, con il vigile in posa nella metropolitana milanese.
Poi la sua prima foto, scattata nel 1958, di una madre che scopre dal giornale che il figlio arruolato nella Legione straniera è stato condannato a morte. E ancora: i reportage, nei luoghi del cuore, dal Tibet alla Bolivia, la moda, la pubblicità con lavori importanti per marchi come Swatch o Philip Morris. In tutto 140 opere in bianco e nero, provenienti dall’archivio personale dell’autore, stampate sotto la sua supervisione. Fotografie che seguono le tematiche care a Orsi, dagli esordi, come reporter per il Corriere della Sera, Panorama, Settimo Giorno, Il Mondo e Oggi, prima di diventare assistente di Ugo Mulas, sino definire uno stile dissidente e ironico da applicare a diversi ambiti della fotografia. Che tocco, poi, mostrano i ritratti...per Carlo hanno posato grandi artisti del secondo Novecento (da Lucio Fontana a Valerio Adami e Arnaldo Pomodoro), cantanti (Luciano Pavarotti, Loredana Bertè), personaggi del cinema e dello spettacolo (Mariangela Melato, Cochi e Renato, Dario Fo), ma anche politici (Sandro Pertini) e sportivi (Michael Schumacher). Nel 1997 fonda con la moglie Silvana Beretta e gli amici di sempre - Emilio Tadini, Guido Vergani, Giorgio Terruzzi - la rivista Città, per raccontare Milano attraverso lo sguardo di grandi fotografi. Come lui.