“Sbirciare” nelle più belle case invisibili al pubblico. Private. E in non pochi casi scomparse, ristrutturate. Lo rende possibile la mostra “Nelle Case Interni a Milano 1928-1978”, da oggi al 16 marzo 2025, a Villa Necchi Campiglio, gioiello del FAI e del locale paesaggio abitato.
Il pubblico in visita può stabilire confronti tra le stanze dove si aggira e quelle mostrate in foto nei ricchi album composti dai curatori Enrico Morteo e Orsina Simona Pierini, attingendo al volume Hoepli con lo stesso titolo. Delle circa 200 case svelate, le 71 che gli architetti (Sottsass, Figini, Gae Aulenti, Colombo...) hanno progettato per sé stessi, ovviamente, si sbirciano per cercare più evidente il progredire della modernità.
Ma erano documentate da riviste come Domus e Casabella. Mentre in certi saloni nobiliari contagiati dalla modernità si accede solo oggi, con circospezione: chi erano i conti S. per i quali Luigi Caccia Dominioni nel 1941 firma la casa che in un certo ambiente milanese s’intende come palcoscenico dello spirito? Altra sezione: “La casa è un quadro”. Un’altra ancora si sfoglia con nostalgia: “Le camere dei ragazzi”.
Com’erano felici gli anni del dopoguerra e dei baby-boomer! Allora le stanze dei bambini abitavano a pieno titolo il centro della casa, allacciate alle camere dei genitori, o addirittura sono sfondo colorato del salotto. Perché qualunque camera da letto fosse comunque accogliente e serena, dalla sezione “Nel dettaglio” spunta una proposta: “Fòrmica è il rivestimento che risolve brillantemente il problema dell’arredamento nella casa moderna. Facilmente applicabile, sempre splendente e pulito, non ha bisogno di manutenzione, non teme l’uso, non teme il tempo...”. Il prospetto colori - informa una stampa pubblicitaria - a Milano si trovava alla Laminati Plastici di via Gioberti 5.
Anna Mangiarotti