
I Casino Royale
Quanti sono gli autori che hanno detto di no a Mina? Pochi, pochissimi. E Alioscia Bisceglia è uno di questi. "Mi chiamò dopo ‘Sempre più vicini’ o ‘Crx’, non ricordo bene, dicendomi che aveva scoperto le canzoni dei Casino Royale grazie alla figlia Benedetta e che le piaceva il mio modo di scrivere" racconta il frontman della band milanese, in uscita proprio oggi col nuovo album “Polaris”. "Al telefono rimasi talmente sorpreso da inciampare subito su una gaffe clamorosa definendola ‘Pantera di Goro’, quando in realtà quella era Milva. Lei, la ‘Tigre di Cremona’, però, non dette troppo peso alla cosa, ma rimase spiazzata quando, con grande onestà, le spiegai che non ero abituato a scrivere per altri e che non mi sentivo quindi in condizione di farlo per Mina". Lesa maestà... "Scrivo per urgenza e ‘confezionare’ sentimenti non fa per me. Mi tirai indietro sebbene lusingatissimo dalla cover della nostra ‘Suona ancora’ incisa da Mina in ‘Leggera’ assieme a Le Voci Atroci. Mi sarebbe piaciuto molto fare un remix ‘jungle’ di quella sua versione, magari sull’impronta di quanto realizzato oltre Manica da un’altra icona della musica quale Shirley Bassey assieme ai Propellerheads. Ma da Lugano arrivò un “no” forte e chiaro". Rimpianti? "Forse ho sbagliato a non provarci, forse ho fatto la cosa giusta, vallo a sapere. Comunque, sono soddisfattissimo del cammino fatto finora e la sera dietro al bancone dell’Elita, il mio bar sul Naviglio, sentire i clienti dire ‘sono cresciuto con le tue canzoni’ o ‘i Casino Royale mi hanno cambiato la vita’ mi rende felice". “Polaris” è l’ultimo miglio di una corsa iniziata nel 1987, deragliata dieci anni dopo, ripresa con grande tenacia nel 2002 e proseguita fino ad oggi. "Per i naviganti la stella polare è un irrinunciabile punto d’orientamento. E, nel caos del momento che stiamo vivendo, la trovo una metafora opportuna. Pure come band, nonostante le tempeste incontrate, siamo riusciti a tenere il timone a dritta". Tutto nella cornice di questa città. "Milano è la mia arena. E se anche lo spirito dei suoi abitanti rimane più o meno lo stesso di sempre, vorrei tanto recuperasse quella parte di umanità che, invece, s’è lasciata sfuggire negli anni". Da dove parte questo nuovo album? "Da ‘Quarantine scenario’, il disco che ho pubblicato lo scorso anno facendo tesoro delle esperienze del lockdown, con cui condivide il mood oscuro, introspettivo, riflessivo". Ha presentato il suo “Polaris” allo spazio “Ride” di Porta Genova, nella cornice dl Mash Festival. "Sì e ho pensato ad un ascolto guidato, ad una chiacchierata informale su musica e contenuti".