![Uno dei grandi protagonisti del primo Novecento torna a Milano 35 anni dopo l’ultima mostra. La curatrice Giorgina Bertolino: "Un artista da avvicinare con sguardo aperto e curioso". Uno dei grandi protagonisti del primo Novecento torna a Milano 35 anni dopo l’ultima mostra. La curatrice Giorgina Bertolino: "Un artista da avvicinare con sguardo aperto e curioso".](https://www.ilgiorno.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NmIzOGI1MjMtMjM0YS00/0/casorati-a-palazzo-reale-il-classico-incontra-il-moderno-razionale-ma-pieno-di-umanita.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Uno dei grandi protagonisti del primo Novecento torna a Milano 35 anni dopo l’ultima mostra. La curatrice Giorgina Bertolino: "Un artista da avvicinare con sguardo aperto e curioso".
Felice Casorati riesce a mettere insieme la classicità della sua formazione, con i riferimenti a maestri della pittura italiana, da Piero della Francesca ad Antonello da Messina, con una visione moderna. Questa mostra offre una rilettura complessiva, percorre l’intero arco della ricerca di Casorati, dagli esordi alla Biennale di Venezia sino al 1950". Giorgina Bertolino, una fra i maggiori studiosi di Casorati, curatrice con Fernando Mazzocca e Francesco Poli, della più ampia retrospettiva, a Palazzo Reale, dedicata a questo artista italiano (sino al 29 giugno) a distanza di 35 anni dall’ultima mostra del 1990, ci introduce alla mostra, con l’avvertenza di accostarsi all’artista, così come lui stesso diceva, con "occhi aperti, curiosi". C’è un Casorati, pittore, scultore, e anche scenografo, alla Scala. Il legame con la città di Milano è uno dei temi che attraversano la mostra, approfondito nel catalogo edito da Marsilio Arte. Nel corso della sua lunga carriera, Casorati ha attribuito una funzione strategica a Milano, prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte, riconoscendo alle sue rassegne degli anni Venti l’occasione per un confronto diretto con le ricerche artistiche più aggiornate. All’arte di Casorati Margherita Sarfatti associa le parole estetica e letteratura e le utilizza in un articolo che gli dedica nel marzo 1925 su “La Rivista illustrata del Popolo d’Italia“. Grazie a lei partecipa con due opere inedite (Conversazioni platoniche, che fa scandalo, per l’accostamento fra un uomo vestito e una donna nuda, e un nuovo Ritratto della sorella) alla “Prima mostra nazionale del Novecento italiano“ inaugurata alla Permanente il 15 febbraio 1926 da un discorso di Mussolini. A Palazzo Reale sono oltre cento le opere presentate, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche della stagione simbolista, bozzetti per scenografie di opere realizzate per il Teatro alla Scala, tutte di raffinata qualità. Non poteva mancare il più noto dei dipinti di Casorati, “Silvana Cenni“ (1922), personaggio immaginario a cui ha dato un nome e cognome, e qui, fa notare Fernando Mazzocca "c’è un rimando evidente a Piero della Francesca, nel particolare ovale del volto". Un capolavoro da cui lo stesso artista faceva fatica a staccarsi, conservando un posto d’onore nel suo studio. Affascina, poichè sembra quasi un’annunciazione, il ritratto di Hena Rigotti (in prestito dalla Gam di Torino), figlia di un amico carissimo di Casorati, la prima in Italia a laurearsi in materie scientifiche: un quadro nel quadro, ossevandolo bene si nota sullo sfondo un altro ritratto. E per la prima volta, dopo tanti anni anche lo straordinario dipinto “Annunciazione“ del 1927, proveniente da una collezione privata. In “Natura morta con i manichini“ (1924, Museo del ’900) introduce uno specchio ed è una delle poche opere in cui c’è un suo autoritratto. Perdersi nei dettagli, in primis la postura delle mani, "gesti che regalano emozioni", e fra figure malinconiche e riflessive, assorte in una dimensione fatta di "silenzio". "Non è vero che fosse triste e isolato, era una persona molto socievole, divertente, era ironico. Aveva la casa piena di amici e artisti, che sosteneva. Razionale ma pieno di umanità".